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L’Italia è seconda in Europa per sistemi industriali di stampa 3D

Pubblicato il 20 Settembre 2023 da Nunzia A.
brevetti 3d

L’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) ha appena pubblicato un nuovo rapporto sul mercato della stampa 3D, indicando in particolare che il numero di domande di brevetto sul mercato internazionale è cresciuto a un tasso medio annuo del 26,3% tra il 2013 e il 2020. Si tratta di una crescita 8 volte superiore a quella di altri settori tecnologici, a riprova del fatto che il mercato è molto dinamico in termini di innovazione. L’aspetto particolarmente interessante è che l’Italia è il secondo Paese in Europa per numero di sistemi industriali di stampa 3D, dopo la Germania. Per quando riguarda i depositi di brevetto l’Italia rimane nella Top 10, al sesto posto in Europa. Nello studio inoltre viene presentato anche un caso di studio tutto italiano, l’azienda Roboze.

Secondo l’EPO, dal 2001 sono state depositate più di 50.000 famiglie di brevetti internazionali (IPF) in tutto il mondo in diretta connessione con la produzione additiva. Mentre in passato queste domande erano depositate principalmente da grandi società di ingegneria, oggi PMI e startup stanno guidando l’innovazione. In effetti, il numero di startup nate nel mercato della stampa 3D è in aumento, indipendentemente dal settore di attività. Il rapporto dell’EPO sottolinea in particolare che il numero di brevetti depositati nel settore medico-sanitario è impressionante: tra il 2001 e il 2010 sono stati pubblicati più di 10.000 brevetti internazionali. Le tecnologie 3D consentono sempre più di progettare dispositivi medici su misura e con una alto grado di personalizzazione. Anche il mercato dei trasporti si posiziona bene in termini di innovazione, con oltre 7.000 IPF nello stesso periodo. In testa anche industria aerospaziale e automobilistica.

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Il numero di IPF è aumentato considerevolmente negli ultimi anni (crediti: EPO)

L’Italia nella Top 10 in Europa per sistemi industriali e brevetti di stampa 3D

Non sorprende che siano gli Stati Uniti il Paese con il maggior numero di brevetti nel settore della produzione additiva, con il 40% di IPF tra il 2001 e il 2020. Aziende come General Electric, Raytheon Technologies e HP hanno depositato il maggior numero di brevetti a livello mondiale: rispettivamente 1.793, 1.441 e 1.362. Ma l’Europa non è da meno, con una quota del 33%. La Germania è senza dubbio il Paese europeo che ha registrato il maggior numero di domande, la Francia è al secondo posto, davanti al Regno Unito. L’Italia è al 6° posto in Europa con 574 brevetti depositati, pari al 3% del totale europeo.

Tuttavia, l’Italia ottiene una posizione di maggior rilievo quando si tratta del settore dei sistemi industriali di produzione additiva, anch’essi in rapida crescita a livello globale. Secondo un rapporto del 2023 di Wohlers Associates, l’Italia occupa il secondo posto in Europa per numero di sistemi di stampa industriale installati (4,7% del totale globale cumulativo degli impianti), preceduta solo dalla Germania (8,5%). Il Regno Unito si posiziona invece al terzo posto (3,5%), seguito dalla Francia (3,4%).

I principali settori tecnologici della stampa 3D in Italia risultano essere quelli dei beni di consumo (2.3%,26 IPF), dell’odontoiatria (2,3%, 57 IPF) e delle costruzioni (2,0%, 17 IPF). In Italia, oltre alle filiali di aziende multinazionali, come Nuovo Pignone S.p.A. (Gruppo GE) e STMicroelectronics S.p.A., anche le PMI e le start-up danno un importante contributo all’innovazione della stampa 3D. Tra queste ci sono aziende come SISMA, CRP Technology e Desamanera. Molte di queste realtà sono specializzate in un particolare settore della stampa 3D e hanno un portafoglio di brevetti a sostegno del loro sviluppo commerciale.

Il rapporto dell’EPO include tre case studies di aziende di stampa 3D e di come queste utilizzino i brevetti per proteggere le loro invenzioni. Uno di questi casi è Roboze, azienda di stampa 3D fondata a Bari nel 2013. La tecnologia ad alta precisione dell’azienda è in grado di trasformare superpolimeri e materiali compositi in parti funzionali finite da utilizzare anche in condizioni estreme e settori all’avanguardia.  L’ecosistema dell’azienda comprende stampanti 3D, materiali proprietari e software. La tutela strategica della proprietà intellettuale è stata un fattore di crescita cruciale per Roboze. Fin dai suoi esordi, l’azienda ha prontamente fatto richiesta di brevetti per proteggere le sue macchine e il processo di stampa stesso, depositando oltre 10 brevetti per la stampa 3D. Questo ha contribuito a garantire all’azienda l’accesso ai finanziamenti da parte di oltre 15 investitori Europei e degli Stati Uniti.

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Università e organizzazioni pubbliche al centro dell’innovazione

Lo studio rivela che le università e gli enti pubblici di ricerca depositano un gran numero di brevetti di stampa 3D, ovvero il 12% degli IPF nel periodo analizzato. Questi brevetti riguardano principalmente il settore sanitario, con una percentuale significativa dedicata ai biomateriali e al bioprinting. Lo sviluppo di organi e tessuti stampati in 3D ha visto difatti una crescita considerevole negli ultimi anni.

Anche in Italia le università e  i centri di ricerca danno un contributo importante all’innovazione della stampa 3D, tra questi spiccano  il Politecnico di Milano, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e il Politecnico di Torino. Per saperne di più, lo studio completo: QUI.

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*Crediti copertina: Brevet US5121329A – Scott Crump

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