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#Working3D: sei domande sulla professione di R&D Engineer

Pubblicato il 14 Febbraio 2023 da Nunzia A.
lavoro stampa 3D

Con l’aumento della produzione additiva industriale, molte aziende cercano di assumere profili specializzati in queste nuove tecnologie. Questo è quanto abbiamo riscontrato sul nostro portale del lavoro, dove l’anno scorso sono state pubblicate più di 900 offerte di lavoro relative al settore della produzione additiva. Per continuare a esplorare il mondo del lavoro, vi proponiamo una nuova intervista della nostra serie #Working3D. Come sapete, con questa serie di articoli ci proponiamo di illustrarvi i diversi lavori disponibili nell’Additive Manufacturing. Dopo aver intervistato Lorenzo Mastria, Head of People & Talent Management in Roboze, oggi esploriamo uno dei campi più richiesti. Abbiamo intervistato Maria Montero, R&D Engineer (Ingegnera di Ricerca & Sviluppo) presso il Royal Netherlands Aerospace Centre (NLR).

3DN: Ciao, puoi presentarti?

Maria Montero Sistiaga

 

Mi chiamo Maria Montero Sistiaga e sono R&D Engineer presso il Royal Netherlands Aerospace Centre (NLR) dal 2020. Ho una formazione in ingegneria dei materiali e ho conseguito un dottorato in ingegneria dei materiali presso l’Università di Lovanio (KU Leuven). All’NLR mi occupo di portare le tecnologie AM a un livello superiore, soprattutto la fusione laser a letto di polvere (LPBF) e la deposizione a energia diretta (DED).

3DN: Come e quando hai scoperto la produzione additiva?

Durante la mia laurea, nel 2011, ho avuto l’opportunità di andare in Erasmus alla KU Leuven (Belgio) per la mia tesi di laurea. Lì ho lavorato per un anno con 3DSystems (ex Layerwise) e KU Leuven sull’ottimizzazione del processo di tantalio e tungsteno. È stata la mia prima esperienza con la produzione additiva e da allora non ho più lasciato il mondo dell’AM. È stato molto arricchente far parte di un gruppo così pionieristico sull’AM, quello dei professori Kruth e Van Humbeeck alla KU Leuven.

Dopo la laurea, ho deciso di rimanere a Lovanio per il master e il dottorato, dove ho potuto sviluppare ulteriormente le mie competenze nella progettazione di leghe, nell’ottimizzazione dei processi, nella caratterizzazione meccanica, nella produzione di polveri e nell’indagine sulla microstruttura per LPBF.

Dopo anni fruttuosi a Lovanio, ho avuto l’opportunità di iniziare a lavorare come ingegnera di Ricerca e Sviluppo presso il Royal NLR, dove continuo a imparare grazie al team multidisciplinare di AM di cui disponiamo. NLR è un centro di ricerca applicata in cui cerchiamo di colmare il divario per trasformare i concetti potenziali (dalla ricerca di base) in soluzioni pratiche destinate all’industria.

3DN: Qual è il tuo ruolo attuale in NLR? Come si svolge la tua giornata tipo?

In NLR sono coinvolta in diversi progetti legati all’Additive Manufacturing. Lavoro con tre principali tecnologie di stampa 3D in metallo: LPBF, DED e fabbricazione a filamento fuso con riempimento metallico (FFF o anche nota come FDM). In qualità di R&D Engineer, lavoro sia sul fronte tecnico che su quello della gestione dei progetti, il che rende ogni giorno diverso. La mia giornata consiste nell’assistere a diverse riunioni per seguire l’avanzamento dei progetti o per discutere dei risultati. Oltre a questo passo dai laboratori per seguire l’avanzamento delle attività svolte presso le stampanti o le strutture di test.

R&D Engineer

Parte del flaperon stampata in 3D con la tecnologia DED (Credits: Royal NLR)

Nella Ricerca e Sviluppo il lavoro non è mai monotono, ogni progetto è unico, quindi ogni volta si presentano nuove sfide da cui impariamo. In questi casi, ci riuniamo con il gruppo di lavoro e discutiamo le possibili soluzioni. Il vantaggio di lavorare in NLR è che possiamo coprire internamente quasi tutte le fasi della catena AM, grazie alle diverse strutture e al team di cui disponiamo.

Un esempio di un progetto recente è stata la produzione di una parte del flaperon per un aereo di nuova generazione tramite DED in titanio. Era la prima volta che producevamo un pezzo così grande e complesso in titanio. Pertanto, abbiamo sviluppato un approccio produttivo per costruire la parte con la massima qualità e precisione e ridurre al minimo le deflessioni. A tal fine, sono state ottimizzate diverse caratteristiche critiche del progetto prima di produrre il pezzo finale. Questo progetto è stato molto impegnativo a causa delle dimensioni del componente e dell’accumulo di tensioni residue del titanio. Tuttavia, è stata una grande opportunità per imparare i limiti della DED e uno stimolo per pensare fuori dagli schemi.

3DN: Quali sono le qualifiche o le esperienze richieste per diventare R&D Engineer?

Il vantaggio dell’Additive Manufacturing è la versatilità, poiché ci sono diverse discipline da tenere in considerazione quando si lavora con l’AM e quindi dove la Ricerca e Sviluppo può concentrarsi: analisi dei dati, digitalizzazione, simulazione e modellazione, meccanica, scienza dei materiali, chimica statistica, costruzione di macchine ecc. Di conseguenza, per la mia posizione attuale è richiesta anche una combinazione di qualifiche. Da un lato, è utile la conoscenza degli strumenti di modellazione 3D e, dall’altro, l’esperienza nella relazione tra processo, caratteristiche del materiale e prestazioni del pezzo finale. Pertanto, consiglierei di conseguire una laurea in ingegneria meccanica o dei materiali.

R&D Engineer

Crediti: Royal NLR

3DN: Quali sono le maggiori sfide che incontri nel tuo lavoro?

La sfida principale che incontriamo è quella di rendere la tecnologia affidabile. Oltre ai grandi sforzi che la comunità della produzione additiva sta facendo per sviluppare la conoscenza e le tecnologie, ci sono ancora passi da fare verso la certificazione e la qualificazione. Questo processo, ovviamente, dipende molto dal settore. Nel caso del settore aerospaziale, la certificazione è ancora più critica. Attualmente, l’approccio alla qualificazione è basato sui pezzi, il che significa un progetto, una configurazione della piattaforma, un set di parametri, un lotto di polvere e una macchina fissi. Nel caso in cui sia necessario apportare una piccola modifica, ad esempio al progetto, è necessario ripetere l’intero processo di qualificazione. Questo ovviamente richiede molto tempo e una comprensione approfondita della relazione processo-materiale-progetto. Alla NLR stiamo lavorando a nuovi approcci virtuali di qualificazione e certificazione per l’AM.

3DN: Quali consigli daresti a chi vuole lavorare in ambito R&D?

Credo che il più importante sia quello di essere disposti a un lavoro diverso, di avere voglia di imparare e di essere aperti a sfide continue. Specialmente nel settore AM, la tecnologia si evolve molto velocemente e ci sono molte sfide ancora da superare. Quindi, se vi piace cercare soluzioni e rendere le cose migliori e più efficienti, ci sono molte opportunità nel mondo dell’AM. Inoltre, le tecnologie di stampa 3D coprono diverse discipline ingegneristiche, questo lo rende un campo interessante per molti ingegneri.

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