Interviste

#Working3D: sei domande a un ricercatore in stampa 3D di prodotti farmaceutici

La stampa 3D nel settore medicale sta avendo sviluppi incredibili negli ultimi anni. Aziende, soluzioni, innovazioni si moltiplicano e danno finalmente risultati evidenti, permettendo la realizzazione di applicazioni che stanno già migliorando la cura e la vita di molti pazienti. Tra i campi in cui la stampa 3D trova applicazione in medicina, c’è il settore farmaceutico. Sono già diverse le aziende e le università nel mondo che stanno studiando o realizzando prodotti farmaceutici, e in particolare farmaci, stampati in 3D. L’uso di questa tecnologia permette infatti, tra l’altro, di realizzare medicinali con un dosaggio personalizzato di principi attivi, unendo in una sola compressa più famaci in base alle esigenze di ogni paziente, nonché di modificarne forma e consistenza per renderli più adatti, ad esempio, a bambini o anziani. Per saperne di più su questo mondo e su cosa significhi lavorare nella ricerca sulla stampa 3D per il settore farmaceutico, abbiamo intervistato Liam Krueger, dottorando specializzato nella stampa 3D di prodotti farmaceutici presso l’Università del Queensland.

3DN: Ciao! Puoi presentarti?

Mi chiamo Liam Krueger, sono un farmacista e un dottorando all’ultimo anno e studio la stampa 3D di prodotti farmaceutici presso l’Università del Queensland, in Australia. Ho terminato il mio corso di laurea in Farmacia nel 2020 e sono passato direttamente al dottorato di ricerca e, sebbene mi stia avvicinando alla fine di questo capitolo, sono ancora molto appassionato e motivato nel continuare la mia ricerca.

Liam Krueger, al centro, con i suoi colleghi dell’Univesrità del Queensland.

3DN: Come hai scoperto la produzione additiva?

Quando ero studente di Farmacia, il mio supervisore del progetto di ricerca, il professor Amirali Popat, ora mio supervisore di dottorato, stava lavorando a un progetto di estrusione a caldo e modellazione a deposizione fusa, e così mi sono appassionato. Da allora abbiamo ampliato notevolmente la nostra sezione di stampa 3D, con due estrusori hot melt e circa una dozzina di stampanti 3D.

3DN: Qual è il tuo ruolo attuale? Com’è strutturata una tua giornata tipo?

In qualità di dottorando, trascorro molto tempo in laboratorio e molto tempo a fare ricerca e a scrivere. Gran parte del mio lavoro consiste nello sperimentare nuove miscele di polimeri e nel combinarle con farmaci per testare molti aspetti, tra cui la stabilità, la stampabilità e la velocità di rilascio dei farmaci. Armeggio spesso con il nostro estrusore hot melt e con le nostre stampanti 3D, modificandole per lavorare con alcuni dei polimeri unici che sto studiando. Polimeri diversi hanno proprietà molto diverse, tra cui la biocompatibilità, la velocità di dissoluzione, il punto di fusione, la sensibilità al pH e altri fattori fisici, come la fragilità o la morbidezza dopo l’estrusione. Utilizziamo anche metodi come la cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC), l’analisi termogravimetrica (TGA) e la calorimetria differenziale a scansione (DSC), che ci danno maggiori informazioni sulla stabilità termica del farmaco e sulla sua eventuale degradazione, oltre che sulla presenza di uno stato cristallino o amorfo.

La stampa 3D permette di creare farmaci personalizzati in termini di consistenza e dosaggio per le esigenze specifiche dei pazienti.

3DN: Quali sono le qualifiche e l’esperienza richieste per ricoprire il tuo ruolo?

In generale, per poter fare domanda per un dottorato di ricerca è necessario aver conseguito almeno una laurea di primo livello o superiore, oltre a una certa esperienza di ricerca, ad esempio attraverso un progetto di laurea o un master. Penso che ci siano molti percorsi diversi in questo campo, ad esempio per me il mio background di farmacista è utile per la parte clinica e le applicazioni reali, ma un background in ingegneria meccanica o software sarebbe molto utile per i processi di estrusione e stampa. Anche una formazione in chimica dei polimeri potrebbe essere utile per identificare i polimeri migliori per ogni uso specifico. Prima di questo progetto non sapevo praticamente nulla del funzionamento delle stampanti 3D, ma il dottorato mi ha portato a sviluppare le mie miscele di polimeri e a progettare compresse che in futuro potrebbero avere un ruolo nella clinica medica.

3DN: Quali sono le maggiori sfide che affronti come ricercatore in stampa 3D per prodotti farmaceutici?

Senza un partner industriale, trovare finanziamenti può essere difficile. Uno degli aspetti positivi della tecnologia FDM, tuttavia, è che è diventata open source, quindi almeno le stampanti e il loro software sono ora molto accessibili. Un altro aspetto che ho riscontrato è che in Australia non ci sono molti ricercatori in questo campo, il che rende un po’ difficile entrare in contatto e condividere idee con altre persone. Un’altra preoccupazione riguarda lo status normativo: il tipo di stampa 3D che facciamo qui sembra trovarsi in una zona grigia tra compounding, ovvero la preparazione di farmaci personalizzati per soddisfare le esigenze specifiche dei pazienti, e la produzione. Non ci sono esempi qui in Australia, e pochissimi a livello internazionale, di prodotti farmaceutici personalizzati stampati in 3D forniti ai pazienti. È una situazione delicata e richiederà una collaborazione continua tra ricercatori, industria e autorità di regolamentazione, ma sembra inevitabile che l’integrazione su larga scala di questa tecnologia diventi presto una realtà.

La stampa 3D di farmaci è già una realtà, ma la ricerca continua.

3DN: Quali consigli daresti a chi vuole lavorare nel settore della farmacia e della stampa 3D?

Se la combinazione di farmacia e tecnologia vi appassiona e vi si presenta un’opportunità, dovete coglierla! Si tratta di un campo molto nuovo, ma l’interesse continua a crescere rapidamente e nei prossimi anni potrebbe rappresentare un vero e proprio cambiamento nel modo in cui affrontiamo la medicina personalizzata.

Per maggiori informazioni sul lavoro di Liam Krueger: QUI.

Ti interessa la ricerca sui farmaci stampati in 3D? Cosa ne pensi dell’esperienza di Liam Krueger? Faccelo sapere lasciando un commento qui sotto o sui nostri canali social Facebook, Linkedin e YouTube! Non dimenticare di iscriverti alla nostra Newsletter settimanale per ricevere tutte le notizie sulla stampa 3D direttamente nella casella di posta!

Crediti per tutte le foto: Liam Krueger/ The University of Queensland

Condividi
Pubblicato da
Nunzia A.

Articoli recenti

HeyGears a Formnext: Nuove stampanti e resine per tutte le applicazioni

Formnext 2025 è ufficialmente iniziato! Le porte si sono aperte stamattina e la sala espositiva…

18 Novembre 2025

Stratasys entra nel mondo della stampa 3D metallica

Dopo decenni passati a costruire la propria reputazione nelle tecnologie dei polimeri, Stratasys entra ufficialmente…

17 Novembre 2025

Svelate sei stampanti 3D per metallo a Formnext 2025

Ogni anno, Formnext rappresenta un momento chiave per le aziende di produzione additiva per svelare…

17 Novembre 2025

3D Systems amplia il potenziale della SLA con la nuova stampante SLA 825 Dual 

Nel 1987, 3D Systems ha introdotto la prima stampante 3D per stereolitografia (SLA) commerciale al…

17 Novembre 2025

Applicazione del mese: ricostruzione dentale stampata in 3D con SprintRay

Il campo dell’odontoiatria restaurativa sta vivendo una trasformazione grazie ai flussi di lavoro digitali avanzati…

14 Novembre 2025

FELIX 3D printers presenta le stampanti 3D industriali modulari costruite per la personalizzazione e la velocità

Nella stampa 3D industriale, scala e standardizzazione spesso vanno di pari passo. Ma fin dalla…

13 Novembre 2025

Questo sito web utilizza i cookie.