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3DnativesLab: test e recensione della stampante 3D Raise3D RMS220

Pubblicato il 13 Novembre 2025 da Giulia Z.

Quest’anno Raise3D festeggia i suoi dieci anni. Conosciuta per le sue stampanti FDM professionali, in particolare le serie Pro3 ed E2, e più recentemente per i suoi sistemi in resina DF2 e DF2+, il marchio compie un nuovo importante passo avanti con l’arrivo della sua prima stampante SLS: la Raise3D RMS220. Questo lancio simboleggia una svolta strategica per il produttore, che cerca di affermarsi come un attore multitecnologico completo nel segmento professionale, in grado di offrire sia la deposizione di filamenti che la fotopolimerizzazione e ora anche la sinterizzazione laser selettiva.

Presentata in anteprima al TCT Asia 2025, la RMS220 si posiziona sul mercato delle macchine SLS compatte, segmento finora dominato da player come Formlabs, o Sinterit. Raise3D introduce un nuovo approccio: quello di un sistema più veloce, più aperto e soprattutto più accessibile senza sacrificare la qualità di stampa.
 La macchina sarà disponibile per il pre-ordine entro la fine del 2025, per la commercializzazione ufficiale nel primo trimestre del 2026.

Abbiamo avuto l’opportunità di testare un’unità di pre-produzione direttamente nei locali di Raise3D in Portogallo. Questa versione non era ancora definitiva: alcune parti erano stampate in 3D, altre funzionalità non erano ancora attivate. Questo test consente tuttavia di avere un’idea precisa dell’ambizione del produttore e del posizionamento di questa nuova piattaforma.

Condizioni del test

Durante il nostro passaggio, la RMS220 era già installata e calibrata dai team Raise3D. Siamo stati quindi in grado di concentrarci sulla gestione del software, sul funzionamento meccanico e sulle prestazioni di stampa, senza passare attraverso le fasi di montaggio o installazione di rete.

Si trattava qui di un prototipo avanzato, una macchina di preserie già molto vicina al modello finale, ma ancora segnata da alcune peculiarità tipiche di questa fase di sviluppo. Diversi elementi interni, come cerniere, bracci di supporto, griglie e fissaggi, erano ancora stampati in 3D, una soluzione pratica per velocizzare la messa a punto prima del passaggio alla produzione.

L’unità di costruzione è facilmente manovrabile dalla stampante alla stazione di pulizia, facilitando così le operazioni per una maggiore produttività.

Il sistema di raffreddamento attivo della camera di costruzione non era ancora operativo durante il nostro test, così come la sua alimentazione esterna e i suoi comandi. Queste ultime consentiranno, nella versione commerciale, di gestire la temperatura e il sollevamento del vassoio senza dipendere dalla stazione di pulizia, un vero guadagno di flessibilità per gli operatori.

Per quanto riguarda i materiali, i nostri test sono stati limitati al PA11, l’unico disponibile in loco. Raise3D ci ha anche mostrato campioni stampati in PA12 e TPU, dimostrando la versatilità della macchina, ma non siamo stati in grado di produrli noi stessi.
Infine, diverse funzioni erano ancora in fase di integrazione e ottimizzazione, in particolare la possibilità di pulire la stampante in meno di 45 minuti grazie ad un sistema di agganci rapidi. Questo contesto di pre-produzione è importante da tenere a mente per la lettura di questo test, poiché la versione finale di RMS220 dovrebbe beneficiare di una notevole raffinatezza hardware e software.

Sistema ottico della RMS220 di Raise3D

Caratteristiche tecniche e design

Con un’impronta di soli 0,58 m², la RMS220 vuole essere compatta e semplice da integrare in un ambiente professionale, pur offrendo un generoso volume di produzione di 220 × 220 × 350 mm, pari a circa 17 litri di volume utile. È una capacità più di due volte superiore a quella di una Formlabs Fuse 1+ e vicina ad alcune macchine industriali più grandi.

Raise3D ha optato per un laser a fibra da 75 W (lunghezza d’onda 1064 nm), abbinato a un galvanometro veloce e un’ottica F-theta. Questa combinazione gli permette di raggiungere una velocità di scansione di 30.000 mm/s, nettamente superiore alla media di mercato (spesso tra 12.000 e 20.000 mm/s). La scelta del laser a fibra è insolita in questa gamma, la maggior parte delle macchine SLS compatte utilizza ancora laser CO₂.

Tuttavia, questa opzione è una precisa scelta tecnica da parte di Raise3D, e porta diversi vantaggi concreti. In primo luogo, questo tipo di laser richiede una manutenzione significativamente inferiore rispetto a un sistema CO₂ tradizionale: non richiede un allineamento complesso degli specchi o una manutenzione regolare del tubo laser e la sua durata è significativamente più lunga. Successivamente, il fascio generato da un laser a fibra offre una maggiore stabilità e omogeneità, garantendo una qualità costante su tutta l’area di costruzione. Infine, questa tecnologia si distingue per la sua sobrietà energetica. Laddove un laser CO₂ richiede spesso un sistema di raffreddamento a liquido esterno, la RMS220 (che consuma in media 1100W) si accontenta di una semplice presa 230 V / 16 A, senza necessità di installazione specifica. Un vantaggio non trascurabile per le strutture che cercano di integrare una stampante SLS performante senza modificare il loro ambiente elettrico esistente.

Il rullo che applica uno strato sottile di polvere prima della stampa di questo strato.

La gestione della polvere è affidata a un hopper e a un sistema di stesura brevettato, che garantiscono una distribuzione uniforme degli strati, fondamentale per la qualità e la regolarità delle stampe. La Build Unit 220, completamente rimovibile, permette di rilanciare rapidamente un nuovo lavoro mentre un altro si raffredda fuori dalla stampante. Nella sua versione finale, integrerà un raffreddamento attivo che riporterà la temperatura della vaschetta in 15-20 minuti dopo la stampa, contro le diverse ore attuali. La versione che abbiamo testato permetteva il raffreddamento solamente all’interno della macchina di stampa o nella stazione di pulizia, mentre la versione finale avrà un sistema d’alimentazione e pannello di controllo dedicato che permetteranno il raffreddamento a parte.

La RMS220 si distingue anche per il suo generatore di azoto integrato, il primo in questa fascia di prezzo. In combinazione con un compressore esterno, consente di stampare in atmosfera controllata, limitando l’ossidazione e riducendo notevolmente il fabbisogno di polvere nuova, fino al 10% di raffreddamento a seconda del materiale, rispetto al 50% in modalità aria. L’utente può tuttavia scegliere di stampare all’aperto per una maggiore semplicità.

Il tutto è controllato da un ampio touch screen, abbinato a una telecamera interna per il monitoraggio remoto e a una connettività Wi-Fi / LAN completa. Sull’unità testata, alcuni fissaggi interni erano ancora avvitati, ma la versione finale offrirà uno smontaggio rapido, con un rivestimento antipolvere nella camera di stampa per facilitarne la pulizia.

Software ed esperienza utente

Per quanto riguarda il software, la RMS220 si basa su ideaMaker, lo slicer sviluppata da Raise3D. Per l’occasione, il software è stato profondamente adattato alla tecnologia SLS e abbiamo potuto provare una versione beta che integra diversi strumenti specifici.

Tra questi, la funzione 3D Packing, l’equivalente del nesting automatico, permette di ottimizzare la disposizione dei pezzi nel volume di stampa. L’algoritmo funziona bene e offre un buon tasso di riempimento, anche se la rotazione automatica e il rilevamento delle collisioni possono essere ulteriormente migliorati. Un’altra novità è l’analisi termica predittiva: questo strumento evidenzia le aree del letto di polvere che possono subire variazioni di temperatura, contribuendo così a prevenire i rischi di deformazione prima del lancio di un lavoro. Infine, ideaMaker ora genera report post-slicing dettagliati, tra cui la densità di riempimento, il peso stimato e un’analisi completa dei costi di produzione. Un insieme di indicatori preziosi per i professionisti che cercano di pianificare meglio la loro produzione e i costi del materiale.

Le logiciel IdeaMaker de RAISE3D

RAISE3D utilizza IdeaMaker, il proprio slicer, per tutte le sue stampanti FFF, DLP e ora anche SLS.

Sulla macchina l’interfaccia è fluida e ben progettata. La calibrazione automatica delle quattro zone di riscaldamento a infrarossi garantisce una temperatura uniforme su tutta la superficie del piano di produzione.

Un piccolo inconveniente ergonomico, tuttavia, riguarda il touchscreen: lo schermo non è molto reattivo con i guanti, un dettaglio che può infastidire in un ambiente in cui la polvere da sparo impone spesso la protezione delle mani. Sulla nostra unità, a volte abbiamo dovuto rimuovere i guanti per interagire con l’interfaccia.

La RMS220 dispone di uno schermo tattile a colori con un’interfaccia intuitiva per controllare la macchina.

Infine, Raise3D prevede di integrare RaiseCloud con RMS220 entro la metà del 2026. Questa integrazione consentirà di monitorare più stampanti da remoto, pianificare i lotti e gestire la cronologia di stampa da una dashboard centralizzata, un gradito passo avanti per gli ambienti di produzione.

Prestazione e workflow

Le stampe realizzate in PA11 hanno rivelato una precisione dimensionale di circa ±0,2 mm, perfettamente coerente con gli standard professionali di SLS. I pezzi ottenuti presentano un’eccellente finitura, superfici omogenee e una densità interna controllata.

Raise3D annuncia una produttività fino a 2,2 L/h con PA12 al 20% di densità di carico, ovvero fino a 5 kg di pezzi al giorno, cifre realistiche alla luce dei nostri test.
La Build Unit rimovibile consente di risparmiare tempo prezioso durante i processi di produzione, avviando un nuovo ciclo mentre quello precedente si raffredda o passa alla pulizia.

La scatola del materiale in fase di miscelazione sulla stazione di pulizia.

Dal punto di vista dei materiali, Raise3D adotta un approccio a due livelli, che offre un buon equilibrio tra apertura e sicurezza. Gli utenti più avanzati potranno optare per una licenza completa, a pagamento per circa 5999€, che sblocca tutti i parametri di stampa e permette di lavorare con qualsiasi polvere, anche di altri produttori. Per chi preferisce restare in un contesto più controllato, Raise3D propone anche un sistema di schede materiali, vendute a circa 120 € per 10 kg. Queste schede attivano temporaneamente delle funzionalità simili alla licenza completa, permettendo la sperimentazione prima dell’acquisto con polveri specifiche, o produrre in piccole serie con materiali di terze parti. Questa strategia ibrida consente non solo di preservare la flessibilità della macchina, ma anche di garantire la riproducibilità delle stampe, a seconda del livello di competenza dell’utente.

Raise3D sta già lavorando con partner come Fabulous, per un PA certificato FDA, e altri materiali (PA6, PA-CF, PP, TPU) dovrebbero arricchire rapidamente la base. Questi materiali faranno parte del programma di materiali di terze parti, dove vengono forniti con schede materiali, pronti per essere utilizzati nella RMS220, senza che sia necessario acquistare una licenza completa.

La scatola del materiale si fissa sulla stampante 3D per versarvi la polvere.

Post-processing ed ecosistema

La RMS220 è accompagnata da una stazione di pulizia dedicata: la C220-P. Compatta e ben pensata, permette di setacciare, pulire e riciclare la polvere direttamente dopo la stampa.
Può essere utilizzata chiusa, con guanti integrati, o aperta, rimuovendo il frontale per un accesso più diretto. Una ventilazione integrata cattura la polvere in sospensione, evitando le emissioni.

Lo schermo della stazione di pulizia permette, tra le altre cose, di monitorare la temperatura della polvere nell’unità di costruzione, configurare e avviare i cicli di miscelazione per il riciclo della polvere.

Nella versione testata il getto d’aria non era ancora presente, ma lo sarà nella versione finale per velocizzare lo spolveramento. Raise3D consiglia di utilizzare una stazione per materiale, al fine di evitare contaminazioni incrociate, un punto essenziale nella tecnologia SLS.

Il sistema di filtraggio dell’aria della stazione di pulizia permette di usarla “aperta”, senza il pannello frontale.

È prevista anche una cabina di sabbiatura automatizzata per l’inizio del 2026, destinata a completare l’ecosistema del post-processing. Il produttore cerca quindi di offrire una soluzione SLS completa, dai software di slicing al pezzo finito, passando per il recupero e il riciclaggio della polvere

Per saperne di più su Raise3D RMS220 e sull’intero ecosistema Raise3D, visita direttamente il loro sito ufficiale QUI.

Conclusione

  • Dotazione della stampante 3D 9.5/10
  • Software 9.5/10
  • Qualità di stampa 10/10
  • Facilità d'uso 9.75/10
9.7 / 10

Punti di forza:

  • Laser fibra 75W
  • Generatore di azoto integrato
  • Build Unit staccabile

 

Aspetti che possono essere migliorati:

 

  • Touchscreen scomodo con guanti
  • Nesting automatico

Per una prima incursione nell’SLS, Raise3D segna un ingresso di successo.
Questa prima macchina per polveri non si limita a spuntare le caselle tecniche: dimostra una vera riflessione sul workflow completo, dallo slicing alla post-produzione, con un approccio modulare e scalabile. Compatta, performante e pensata per la produzione, si posiziona come una seria alternativa agli affermati player di mercato.

La RMS220 si distingue per la combinazione di un laser a fibra potente e stabile, un generatore di azoto integrato, una rarità in questa gamma, e una Build Unit staccabile che semplifica la gestione della produzione continua. Le prestazioni osservate in PA11 confermano la maturità del sistema: i pezzi ottenuti sono netti, omogenei e di grande precisione dimensionale.

I pochi limiti individuati, in particolare il touch screen poco reattivo con i guanti e il nesting ancora in fase di ottimizzazione, rimangono minori rispetto all’equilibrio generale della macchina. Avremmo semplicemente desiderato ritrovare alcune funzionalità ergonomiche già presenti sulle stazioni di post-trattamento per resina di Raise3D, come aree capacitive che permettono di interagire con la macchina senza contatto diretto, particolarmente utili in un ambiente con polvere

Offerto a €26.999 IVA esclusa nella sua configurazione standard (stampante, unità di costruzione, stazione di pulizia e garanzia di 1 anno), RMS220 è chiaramente rivolto a laboratori, studi di progettazione e piccole strutture industriali che cercano di internalizzare la produzione SLS senza investire in una macchina pesante o complessa.

Oltre all’hardware, Raise3D pone qui le basi per un ecosistema completo e coerente, con un software ideaMaker ora adattato al SLS e stazioni di post-elaborazione pensate nella continuità del flusso di lavoro. Se la versione finale conferma le promesse di questo prototipo, la RMS220 potrebbe affermarsi come una delle soluzioni SLS più rilevanti della sua categoria, combinando compattezza, prestazioni e affidabilità. Per saperne di più su Raise3D RMS220 e sull’intero ecosistema Raise3D, visita direttamente il loro sito ufficiale QUI.

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