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#Startup3D: F3nice vuole innovare l’AM con le sue polveri sostenibili ottenute da scarti metallici

Pubblicato il 9 Novembre 2022 da Nunzia A.
f3nice

Al giorno d’oggi, la sostenibilità e il tema ambientale sono sempre più di attualità viste le sfide che ci vediamo ad affrontare per ridurre il riscaldamento globale e il consumo di risorse non rinnovabili. Questo trend impatta ogni settore, indipendentemente dalle attività svolte o dall’industria in cui si opera. L’Additive Manufacturing è chiamato a rispondere a questa esigenza globale, potendo offrire un’alternativa ai tradizionali metodi di produzione. In questo contesto si inserisce f3nice, la startup che 3Dnatives ha selezionato per il mese di novembre. La startup italiana ha infatti ideato un metodo per produrre polveri metalliche in modo sostenibile, promuovendo un ecosistema di economia circolare. Li abbiamo intervistati per farci raccontare di più sul loro progetto innovativo!

3DN: Ciao! Potete presentarvi?

Certo! Siamo f3nice, una startup innovativa italiana con sede In italia e in Norvegia. Siamo fieri delle nostre radici ben salde nel nostro paese, fattore che pensiamo ci contraddistingua sul mercato dato il know-how di eccellenza nei settori del manifatturiero, della siderurgia e della metallurgia. La nostra startup si basa infatti sulle competenze portate in primis dai due co-founder di f3nice, Matteo Vanazzi e Luisa Elena Mondora. Il loro background in ingegneria dei materiali ha permesso loro di individuare questa interessante opportunità di business intersecando competenze specifiche di alto livello sulle leghe metalliche con il modello della stampa 3D. Con questa visione ci proponiamo sul mercato come produttore di polvere metallica sostenibile per la stampa 3D. F3nice, infatti, nasce non a caso dal concetto della “fenice”, l’uccello mitologico che ottiene nuova vita sorgendo dalle ceneri del suo predecessore. Proprio per questo ci poniamo l’ambizione di essere all’altezza del nostro nome, dando nuova vita a rottami metallici e parti in disuso trasformandoli in polvere metallica che alimenti poi nuovi processi di produzione additiva.

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Matteo Vanazzi e Luisa Elena Mondora, co-founder di f3nice. (Crediti foto: f3nice)

3DN: Quando e come è nata la vostra startup?

Fondata nel maggio 2020, proprio durante gli interminabili mesi di lockdown, f3nice è in realtà nata da un’idea del 2019, sulla scia di un’approfondita analisi dell’industria Oil & Gas. Il decommissioning degli asset offshore nei giacimenti petroliferi del Mare del Nord, con i vantaggi offerti oggi dai modelli di digital inventory, produzione on-demand e just-in-time dei pezzi di ricambio, rappresenta una grande opportunità per recuperare e processare leghe ad alto valore e per alimentare un progetto di economia circolare. In questo scenario f3nice vuole innovare il settore Additive Manufacturing verso una produzione più sostenibile, promuovendo ecosistemi di economia circolare in cui sfruttare al meglio le possibili sinergie che si vanno a creare nei distretti industriali o lungo le filiere. Grazie al processo di f3nice, infatti, parte del valore degli scarti metallici provenienti dal settore manifatturiero può essere recuperato attraverso l’up-cycling e la rigenerazione di polvere vergine. L’obiettivo primario è quello di mitigare l’impatto ambientale e in termini di consumo di risorse della stampa 3D, riducendo l’input di risorse vergini e il conseguente contenuto di energia ad esse associate, oltre alle relative emissioni di CO2.

3DN: Perché avete scelto di lavorare con la stampa 3d?

Attualmente, l’Additive Manufacturing è una delle tecnologie più promettenti per rivoluzionare l’industria manifatturiera. La stampa 3D garantisce un’alta flessibilità nella produzione di parti complesse, un’impareggiabile libertà di progettazione e tempi di realizzazione significativamente ridotti. La stampa 3D risulta più economica e rapida permettendo ai produttori di creare o riparare pezzi di ricambio on-demand e con produzione locale, piuttosto che ordinarne di nuovi dall’altra parte del mondo. Inoltre, rappresenta un modello di produzione di gran lunga più sostenibile della manifattura convenzionale tramite asportazione.

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Polveri metalliche f3nice. (Crediti foto: f3nice)

3DN: Come funziona il vostro processo che permette di riciclare il 100% di scarti per produrre polveri di metallo?

Il processo innovativo di produzione da scarti è il vantaggio competitivo di f3nice rispetto ai competitors. La protezione della proprietà intellettuale risulta così di fondamentale importanza e abbiamo presentato domanda di brevetto a livello italiano, europeo e internazionale. Il fattore di successo per il nostro processo è l’approvvigionamento di materiale che va attentamente selezionato e trattato per renderlo adatto al processo di atomizzazione, senza alcun tipo di contaminazione chimica che potrebbe determinare impurezze all’interno della polvere prodotta. Inoltre, grossa attenzione viene data in fase di definizione dei corretti mix di scarti da processare per un’atomizzazione ottimale.

3DN: Quanto è importante la sostenibilità nell’AM e come vedete lo sviluppo di questo binomio nel futuro?

Negli ultimi anni, attenzione e risorse senza precedenti sono state dedicate agli aspetti della sostenibilità in molti settori industriali. Tra gli altri, l’industria manifatturiera è stata drammaticamente coinvolta in questo processo e lo sarà sempre di più. Per esempio, la produzione dal minerale di 1 tonnellata di lega metallica è responsabile dell’emissione di fino a 50 tonnellate di CO2eq nell’ambiente. Per questo motivo, sono necessari nuovi processi di produzione e migliori pratiche di riciclaggio. Con questo approccio intendiamo l’Additive Manifacturing come il modello produttivo vincente per integrare al meglio i concetti di sostenibilità. Più nel dettaglio, l’impatto ambientale dell’AM è ridotto, rispetto alla manifattura tradizionale basata sulla produzione CNC, principalmente per due aspetti. Il primo è il consumo di materiale: i processi AM sono più efficienti del convenzionale in termini di materiale in ingresso per produrre lo stesso componente, poiché il processo di stampa in AM utilizza solo il materiale necessario senza produrre scarti e trucioli (a parte il supporto che deve essere rimosso dopo la stampa). Il secondo aspetto riguarda la gestione dei rifiuti: dato l’uso più efficiente del materiale in ingresso, la produzione di rifiuti è drasticamente ridotta. Inoltre, il materiale di scarto dei processi AM può essere recuperato e fatto circolare con tassi molto alti (quasi il 100%) in un approccio di economia circolare.

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Crediti foto: f3nice

Al giorno d’oggi, la manifattura di componenti deve fare il salto da un sistema che produce pezzi finali e scarica gli scarti senza valorizzarli, a uno che massimizza al massimo lo sfruttamento di ogni risorsa. Questo è lo scenario futuro nel quale questa industria si dovrebbe porre, come sfida e come aspirazione per contribuire alla salvaguardia del nostro pianeta secondo il principio per cui ognuno, e ogni azienda, dovrebbe dare il proprio contributo. Nella nostra visione, l’impiego dell’Additive Manufacturing rappresenta il modo più semplice ed efficiente per chiudere il ciclo produttivo, come se fosse l’anello mancante per passare da un modello lineare a uno circolare. Pensiamo che la stampa 3D sia destinata a ridisegnare il settore manifatturiero per come lo conosciamo oggi.

Nel nostro caso, i vantaggi dal punto di vista ambientale ed energetico saranno quantificati con un’analisi, attualmente in corso, di Life Cycle Assessment secondo la norma ISO 14044, e certificati da un ente terzo di certificazione. In futuro, a seconda dei regolamenti europei e internazionali, i risparmi di CO2 associati alla polvere f3nice potranno essere valorizzati tramite carbon credits e schemi dedicati come per esempio il meccanismo ETS a livello europeo.

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Crediti foto: f3nice

3DN: Quali sono i vostri progetti?

La nostra strategia di crescita mira a raggiungere una presenza globale, con impianti di produzione locali in aree strategiche per consentire la produzione distribuita in tutto il mondo. Dopo la costruzione del primo impianto di atomizzazione in Norvegia, dove abbiamo già trovato partner strategici e potenziali clienti, il piano di espansione prevede altre installazioni in Medio Oriente, Sud-Est asiatico, America Latina ed Estremo Oriente, oltre alle altre opportunità di mercato che si presenteranno in futuro in base alle quali localizzare la produzione altrove. Prevediamo che la domanda potenziale di polvere f3nice sia più alta in quelle aree dove non c’è presenza della tradizionale industria siderurgica, che si trova principalmente in Nord America, Europa, India ed Estremo Oriente (Cina, Corea del Sud e Giappone).

3DN: Un’ultima battuta per i nostri lettori?

Allacciate le cinture e preparatevi a vedere la rivoluzione nel mondo AM, f3nice sta arrivando!

Per maggiori info su f3nice, QUI.

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Crediti foto copertina: f3nice

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