Come si può applicare la stampa 3D nel teatro?

La stampa 3D si è già affermata in diversi campi di applicazione: da anni viene sempre più utilizzata nell’industria automobilistica, aerospaziale e medica. Tuttavia, la produzione additiva si sta diffondendo anche in altri campi e si sta spostando in aree meno industrializzate, come l’arte. Ad esempio, i musei utilizzano la stampa 3D per vari scopi e stiamo assistendo a un numero sempre maggiore di esempi di utilizzo della produzione additiva nella musica. Anche l’industria teatrale sta beneficiando dell’uso delle tecnologie 3D e sta sfruttando le possibilità della modellazione, della scansione e della stampa 3D. Ma per quale motivo e in che modo l’opera e il teatro utilizzano la produzione additiva? Cerchiamo di rispondere a queste domande servendoci di esempi e del parere degli esperti.
Le arti e la cultura sono campi per eccellenza aperti all’innovazione, spesso più inclini alla sperimentazione rispetto ad altri settori. Durante la pandemia di Covid, molte istituzioni culturali hanno colto l’opportunità per esplorare nuove frontiere tecnologiche, come la stampa 3D, la produzione in loco e l’uso di materiali ecologici. Questo spirito di ricerca non si è limitato ai grandi palcoscenici. Infatti, la stampa 3D e l’intero spettro delle tecnologie 3D non sono stati adottati solo da piccoli istituti pionieristici, ma hanno fatto il loro ingresso anche a Broadway!

L’illuminazione stampata in 3D viene utilizzata sul palco di Broadway. (Crediti fotografici: Formlabs)
Il fatto che la stampa 3D stia prendendo sempre più piede nell’industria teatrale non è dovuto solo all’apertura all’innovazione dei principali teatri del mondo. Sebbene i responsabili delle decisioni abbiano spesso l’ultima parola sulla realizzazione dei progetti e sul budget ad essi destinato, le basi per l’innovazione sono già state gettate nella formazione delle persone coinvolte. Ad esempio, la stampa 3D è ormai parte integrante della formazione in scenografia. Sempre più costumisti si rivolgono alle tecnologie 3D per realizzare le loro creazioni. Vista la richiesta di creazioni artistiche da parte delle stampanti, alcuni fornitori di servizi si sono specializzati nella stampa 3D per il teatro e il palcoscenico.
Applicazioni delle tecnologie 3D nel teatro
Le applicazioni per le quali viene utilizzata la stampa 3D vanno dai grandi fondali visibili anche a distanza ai dettagli più piccoli. La stampa 3D consente di stampare al metro cubo, di realizzare esperimenti creativi e di creare una varietà di forme. È inoltre possibile ottenere una struttura leggera, che facilita il trasporto e il posizionamento degli elementi per le scenografie e i palcoscenici. La produzione additiva viene quindi utilizzata per creare modelli di teatri e piani di costruzione, da un lato, e per la progettazione del palcoscenico stesso, dall’altro. Si assiste inoltre a un numero crescente di applicazioni della stampa 3D per apparecchi di illuminazione e mobili, in cui vengono combinati diversi materiali ed elementi fantasiosi. Grazie alla varietà dei progetti, la stampa 3D viene utilizzata sempre più spesso anche per la produzione di tutti i tipi di oggetti di scena. Non vengono creati solo prototipi, ma anche gli oggetti di scena finali, che sono delle rappresentazioni fedeli in scala. Inoltre, la stampa 3D viene usata per creare copricapi, maschere, gioielli e vari elementi decorativi come accessori e costumi. Ma vediamo ora alcuni esempi specifici di scenografie, oggetti di scena e costumi stampati in 3D.

La scenografia stampata in 3D di Fra Diavolo al Teatro dell’Opera di Roma. (Crediti fotografici: Wasp)
Scenografia
La prima scenografia completamente stampata in 3D è stata realizzata nel 2017 a Roma, al Teatro dell’Opera, per la messa in scena di Fra Diavolo. Il set imita un vecchio condominio diviso in due sezioni con finestre e balconi. Per realizzare la casa surrealista nelle giuste dimensioni è stato necessario stampare e assemblare un totale di 223 pezzi di grande formato. WASP ha prodotto queste parti grazie a cinque stampanti Delta WASP 3MT e ha impiegato solo tre mesi per stampare in 3D tutto il set intero.
Un altro esempio impressionante di scenografia stampata in 3D è stato realizzato dal Politecnico di Zurigo. Utilizzando un processo di robotizzato, sono state realizzate nove colonne “danzanti” in calcestruzzo che hanno adornato il fondale del teatro musicale di Riom per l’Origen Summer Festival 2019. Il processo di stampa è stato eccezionalmente veloce, tanto che le nove colonne per l’installazione scenica Concrete Chroeography sono state stampate in sole 2 ore e mezzo.

La Concrete Chroeography (Crediti fotografici: Benjamin Hofer)
Anche il celebre scenografo e costumista Gary McCann ha sfruttato la stampa 3D nella produzione di My Fair Lady al Teatro di San Carlo di Napoli nel 2021, realizzando una mappa dettagliata di Londra di ben 18×10 metri. Grazie alla sua straordinaria versatilità, la produzione additiva è ormai parte integrante del repertorio creativo di McCann da anni, consentendogli di raggiungere risultati spettacolari anche in questo progetto.
La stampa 3D si è fatta strada anche nei grandi capolavori della storia dell’opera. Nel 2022, il laboratorio simul+Reallabor SAMSax ha utilizzato l’additive manufacturing per creare la scenografia di Aida a Chemnitz, producendo i capitelli a partire da prototipi stampati. Nel 2023, la combinazione di stampa e fresatura 3D ha permesso di realizzare una scenografia riccamente elaborata per Carmen, rappresentata nella suggestiva cava di St. Margarethen. Questo lavoro è stato realizzato da Winter Artservice.

Capitelli stampati in 3D, visibili in alto a sinistra e a destra, per Aida a Chemnitz. (Crediti fotografici: Nasser Hashemi)
Oggetti di scena
Oltre alle grandi scenografie, la stampa 3D viene utilizzata anche per creare dettagli più piccoli, dando vita alle idee di scenografi e costumisti. Un esempio interessante è quello del Teatro dell’Opera di Zurigo, che ha realizzato uccelli in PLA per la rappresentazione di Sweeney Todd durante la stagione teatrale 2018/2019. Utilizzando una stampante tedesca RepRap (ora innovatiQ) x400 v4, il team ha prodotto inizialmente uccelli in plastica nera, successivamente personalizzati per adattarsi alla visione creativa degli scenografi. Andreas Gatzka, Caposquadra per la plastica teatrale e la scultura (in tedesco: Leiter für Theaterplastik und Bildhauerei) del Teatro dell’Opera di Zurigo, ha spiegato che la necessità di personalizzare gli oggetti di scena ha portato alla scelta strategica di adottare la stampa 3D: “Capita spesso che gli oggetti di scena non siano disponibili in commercio, e in questi casi la stampante 3D diventa indispensabile”.
Anche la stagione teatrale della Scala di Milano 2018/2019 ha visto l’uso della stampa 3D per creare una scenografia particolare: una replica di una Lancia B24 per l’opera Don Pasquale. Lo studio di design italiano Giò Forma, in collaborazione con il fornitore di servizi di stampa 3D Colorzenith, ha utilizzato una stampante Massivit per produrre un’auto di 1,3 metri di altezza e 4,23 metri di lunghezza, realizzata in quattro parti stampate. Florian Boje, fondatore di Giò Forma, ha dichiarato: “Per realizzare una replica leggera di un’auto, la stampante 3D Massivit era la soluzione perfetta. Questo progetto non sarebbe stato possibile servendosi di altre tecnologie, dato il poco tempo a disposizione”.

Replica di una Lancia B24. (Crediti fotografici: Giò Forma)
Il progetto di ricerca GreTA, che mira a produrre scenografie estetiche e sculture teatrali in modo ecologico, dimostra anche che la stampa 3D sta diventando sempre più diffusa nel teatro. L’anno scorso, il team di artisti dell’Università di Belle Arti (HFBK) e di scienziati dell’Istituto di Ingegneria Leggera e Tecnologia dei Polimeri (ILK) della TU di Dresda ha prodotto sculture utilizzando il processo LDM per la rappresentazione del Der Freischütz, in italiano opera conosciuta come Il franco cacciatore, al Felsenbühne Rathen. Le due mezzene di maiale a grandezza naturale sembravano essere reali, nonostante fossero state create con acqua, glicerina, farina di sughero e colla glutinosa per poi essere stampate in 3D.
Costumi e accessori
Molti artisti non si limitano a un solo ambito di applicazione della stampa 3D in teatro, ma la utilizzano in svariati modi trasversali. Il Teatro dell’Opera di Zurigo utilizza la stampa 3D non solo per gli oggetti di scena, ma anche per i costumi. Per la rappresentazione de Lo Schiaccianoci, i costumisti hanno progettato costumi originali decorati con cupcake utilizzando un software di design, per poi stamparli in 3D con la stampante innovatiQ x400, aggiungendo un tocco particolare ai tutù.

Un tutù con cupcakes stampati in 3D per lo spettacolo di balletto Lo Schiaccianoci (Crediti fotografici: innovatiQ)

Maschera stampata in 3D per Il Fantasma dell’Opera (Crediti fotografici: Wysiwyg)
Oltre agli abiti e alle maschere per la testa e il viso, la stampa 3D viene utilizzata anche per gli accessori e, soprattutto, per i gioielli. Progetti particolarmente creativi e complessi possono essere implementati e prodotti con profitto utilizzando la stampa 3D. Ad esempio, nell’estate del 2022, i visitatori del Festival di Bayreuth hanno potuto ammirare un medaglione di Wotan, nome tedesco per indicare il dio Odino, stampato in 3D per l’opera L’oro del Reno di Richard Wagner.
Come vengono usate le tecnologie 3D in teatro
La stampa 3D è solo una delle numerose tecnologie 3D impiegate nella produzione scenica. Prima che un oggetto venga stampato, è necessario progettarlo attraverso un modello digitale. Sempre più spesso, al posto dei tradizionali disegni 2D, si utilizzano modelli tridimensionali o dati provenienti da scansioni 3D. Questi ultimi permettono di acquisire le dimensioni di persone o ambienti, dati fondamentali per successive fasi di lavoro, come la stampa 3D di oggetti di scena o sistemi scenici su misura. Quando non sono disponibili immagini reali, i modelli possono essere creati utilizzando software 3D. Questo consente ai designer di riprodurre direttamente le idee creative in modelli tridimensionali per costumi e oggetti di scena, con la possibilità di realizzare prototipi e modificare i progetti secondo le loro necessità. Nell’industria teatrale, dove gli imprevisti sono all’ordine del giorno, l’uso di questi strumenti permette di adattarsi rapidamente, aggiornando i modelli digitali in modo semplice ed efficace.

Per Il Frantasma dell’Opera si sono potute prendere le misure attoriali precise grazie alla scansione 3D, anche in piena pandemia.(Crediti fotografici: Wysiwyg)
Il software 3D gioca un ruolo speciale anche nella progettazione della scenografia, dell’illuminazione, della coreografia e delle bozze relative ai progetti previsti per il luogo dello spettacolo. In questo modo è possibile definire piani di fuga e di salvataggio in caso di emergenza e controllare i campi visivi per una scenografia. Quindi è importante testare la visione del palco da più angolazioni per capire cosa vede il pubblico. Un popolare software CAD per le operazioni sceniche è Vectorworks, che consente di visualizzare la modellazione 3D, l’illuminazione scenica, la pianificazione video e audio. Un altro strumento per la progettazione della produzione, la progettazione teatrale e il posizionamento è il software Autodesk AutoCAD. Le personalizzazioni sono facili da realizzare in AutoCAD e i progetti possono essere utilizzati non solo per visualizzare il progetto ma anche come progetto per la costruzione.
Se i modelli 3D vengono utilizzati per la stampa 3D di oggetti, è possibile implementare numerose tecnologie e materiali. Per la scenografia di WASP, il PLA bianco è stato elaborato utilizzando la stampa per estrusione di grande formato. Le maschere citate per Il Fantasma dell’Opera sono state realizzate tramite la tecnologia MJF e il modello per il medaglione di Wotan per l’opera L’oro del Reno di Richard Wagner è stato realizzato con SLA.
Quando la stampa 3D viene realizzata direttamente sul luogo dello spettacolo, si utilizzano solitamente stampanti 3D desktop FDM o a resina, insieme a materiali facili da gestire. Queste soluzioni, comuni anche nei piccoli studi, sono particolarmente apprezzate da designer e artisti indipendenti. La costumista Yvonne Dicketmüller, ad esempio, impiega una Prusa i3 MK3S per creare costumi in TPU e personaggi per il suo teatro delle marionette in PLA. Entrambi i materiali sono economici: il TPU, oltre a essere durevole, è facile da pulire. “Basta appenderlo sotto la doccia per risciacquarlo,” spiega. “I costumi sono semplici da riparare e possono essere rapidamente modificati, ad esempio cucendo una cerniera con ago e filo.”

Costumi stampati in 3D realizzati in TPU. (Immagini: Yvonne Dicektmüller)
Anche il Teatro dell’Opera di Zurigo utilizza una stampante FDM e lavora principalmente con il filamento PLA sull’innovatiQ x400 in loco. Il PLA richiede poche fasi di post-processing ed è anche ritardante di fiamma. Soddisfa quindi criteri importanti per l’utilizzo nell’industria scenica. L’Opera di Zurigo è aperta anche a diversi altri materiali e non esclude l’utilizzo futuro di ABS, PETG, nylon o filamenti elastici.
Oltre alla facilità di lavorazione, un aspetto centrale nell’industria teatrale è la sostenibilità dei materiali. Molti oggetti di scena, forme e costumi sono utilizzati solo per una stagione o una produzione specifica, generando così una grande quantità di rifiuti. Per contrastare questo impatto, i responsabili cercano soluzioni con materiali riciclabili e compostabili. Il progetto GreTA, citato in precedenza, ha concentrato la sua ricerca sulla combinazione di materiali compostabili e riciclabili, affinché potessero essere trasformati in plastica sostenibile per il teatro tramite la stampa 3D.

Leopold Dietrich di GreTA mostra le mezzene di suino stampate in 3D per lo spettacolo Freischütz. (Crediti fotografici: GreTA)
Perché la stampa 3D viene utilizzata in teatro?
Uno dei motivi più comuni per cui le tecnologie 3D stanno trovando sempre più spazio nel settore teatrale è l’economia circolare. Da un lato durante la produzione additiva di un componente non si genera quasi alcun rifiuto e, dall’altro, i componenti possono essere realizzati con materiali riciclabili e riutilizzati al termine della loro durata utile. In questo modo si potranno poi creare nuove scenografie partendo da vecchi elementi di scena. La tecnologia assistita da computer consente fin dall’inizio di tenere sotto controllo il consumo di materiale e di utilizzare le risorse in modo responsabile. Per lo spettacolo Carmen del 2023 messo in scena nella cava di St. Margarethen, il volume di polistirolo per la scenografia è stato ridotto di un terzo e il fabbisogno di carta del 50%.
Inoltre, progetti complessi e artistici possono essere realizzati utilizzando le tecnologie 3D e possono anche essere rapidamente ricalibrati apportando le modifiche digitalmente. Queste tecnologie sono estremamente utili anche quando un oggetto modello non viene più prodotto e non è nemmeno disponibile sul mercato; grazie agli scanneri a alle stampanti 3D possono essere riprodotti di nuovo.

Stampa 3D di un oggetto di scena (Crediti fotografici: Università di Lynchburg)
Per Yvonne Dicketmüller il vantaggio sta anche nell’utilizzare elementi stampati in 3D per amplificare il carattere della performance. “Sono particolarmente interessata alla stampa 3D per il teatro delle marionette e i costumi perché consente una nuova estetica che supporta le narrazioni digitali. Con i costumi stampati in 3D, nuove storie possono essere raccontate e fluire anche nel mio palcoscenico mobile delle marionette: la forma e il contenuto del RoboTheater si fondono perfettamente poiché le storie sono popolate da personaggi robot stampati in 3D e oggetti di scena nerd stampati in 3D.” Secondo lei con la modellazione e la stampa 3D si possono creare anche soluzioni personalizzate senza limiti per la creatività. Anche se vede come uno svantaggio la limitazione del piano di stampa che costringe a produrre gli oggetti entro una certa dimensione, per Dicketmüller i vantaggi superano i vantaggi nel continuare a utilizzare la stampa 3D per le sue marionette e i suoi costumi.
Le misure degli attori possono essere acquisite con grande precisione grazie alla cura nei dettagli e alla tecnologia avanzata della stampa 3D, a seconda del processo utilizzato. Inoltre, non va sottovalutato l’aspetto del tempo: la prototipazione, la riprogettazione e la produzione degli oggetti finali possono essere eseguite molto più rapidamente con la stampa 3D. Questo vantaggio apre nuove opportunità per la stampa 3D, in particolare nelle operazioni teatrali frenetiche, dove le scadenze sono costantemente sotto pressione.
Il signor Gatzka dell’Opera di Zurigo riassume le ragioni per l’implementazione della stampa 3D nel settore teatrale: “I vantaggi generali sono molti. Le richieste speciali degli scenografi e dei costumisti possono essere realizzate rapidamente, così come le modifiche a breve termine degli oggetti, ad esempio più grandi, più piccoli, più lunghi, più corti, a seconda dei casi.” Come si può quindi integrare con successo la stampa 3D? Anche a questo Gatzka ha una risposta: “Attraverso la curiosità, l’interesse e il fascino per questa tecnologia!”

Un uccello stampato con PLA per Sweeney Todd all’Opera di Zurigo (Crediti fotografici: innovatiQ)
Cosa riserva il futuro alla stampa 3D in teatro?
Gli esempi precedentemente menzionati dimostrano che la stampa 3D ha già trovato applicazione nei teatri e nei palcoscenici di tutto il mondo. Tuttavia, il suo potenziale completo non sembra ancora essere stato sfruttato appieno, in particolare per quanto riguarda i materiali utilizzati. È importante anche considerare che l’artigianato ha da sempre un ruolo fondamentale nell’industria teatrale, e la stampa 3D non sempre risulta vantaggiosa a causa dei costi di acquisizione, soprattutto per i progetti di minori dimensioni, quando le istituzioni non dispongono di un budget adeguato. GreTA commenta il futuro della stampa 3D in teatro sottolineando che la chiave del successo risiede nella fusione tra artigianato e stampa 3D.
Attualmente nel campo della scultura teatrale è più conveniente affidarsi all’artigianato tradizionale per le esigenze individuali, mentre la stampa 3D è già ampiamente utilizzata nella realizzazione di miniature, modellini e marionette. Tuttavia, la padronanza di entrambe le tecniche da parte degli scultori è rara. Lo sviluppo e l’introduzione di nuovi materiali o processi nelle strutture esistenti sta quindi diventando sempre più importante. È tanto più importante rendere più attraente l’uso delle interfacce digitali, poiché molti scultori apprezzano la loro professione proprio per la sua artigianalità. Riteniamo quindi molto utile integrare l’artigianato tradizionale e le moderne tecnologie, ad esempio direttamente negli studi. Con l’evolversi della tecnologia, riteniamo che la combinazione della stampa 3D con i metodi di lavoro tradizionali sia cruciale per promuovere approcci più rispettosi dell’ambiente e renderli economicamente sostenibili. Soprattutto nell’ambito delle singole piccole serie, la stampa 3D potrebbe supportare efficacemente gli artisti senza limitare troppo la loro libertà artistica o addirittura espanderla.

Scenografia stampata in 3D di Fra Diavolo. (Crediti fotografici: WASP)
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*Crediti foto di copertina: Fra Diavolo, WASP