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La stampa 3D rivoluziona la somministrazione di farmaci con compresse personalizzate

I ricercatori del Centro per la produzione additiva dell’Università di Nottingham hanno raggiunto un importante traguardo nell’ambito dell’assistenza sanitaria personalizzata grazie a una nuova tecnologia di stampa 3D nota come stampa 3D a getto d’inchiostro multi-materiale (in inglese Multi-material Inkjet 3D printing o MM-IJ3DP). Questo risultato consentirà la creazione di compresse contenenti più farmaci, ciascuno rilasciato in momenti specifici. Questo progresso, guidato dal dottor Yinfeng He del Centro per la produzione additiva e dalla professoressa Felicity Rose della Facoltà di Farmacia, promette di rivoluzionare il panorama farmaceutico consentendo la creazione di sistemi di rilascio di farmaci altamente personalizzati con una precisione senza precedenti, con conseguenti miglioramenti nelle modalità di gestione e somministrazione dei farmaci.

Questa innovazione è incentrata sul poly-ACMO, un nuovo inchiostro polimerico solubile specificamente formulato per applicazioni farmaceutiche. Questo materiale unico, composto da molecole sensibili alla luce, si solidifica quando viene esposto alla luce ultravioletta, creando la sua struttura solubile in acqua all’interno della compressa. Gli scienziati hanno utilizzato con successo la stampa 3D per sfruttare le proprietà uniche del poli-ACMO e progettare compresse con tassi di rilascio del farmaco e distribuzione personalizzati. La stampa 3D di farmaci apre la strada a livelli di personalizzazione del trattamento senza precedenti, consentendo ai medici di rispondere alle esigenze specifiche di ciascun paziente in modo più efficace e di somministrare i farmaci a un ritmo più controllato.

Le compresse stampate con la tecnologia MM-IJ3DP.

Questo approccio offre ulteriori vantaggi. L’esclusiva struttura interna della compressa non solo controlla il tasso di rilascio del farmaco per una tempistica più accurata, ma consente anche di stampare più farmaci all’interno di una singola compressa, semplificando complessi regimi farmacologici in un’unica dose. Questa tecnologia è particolarmente vantaggiosa per i pazienti che necessitano di assumere quotidianamente un numero elevato di farmaci. La gestione di più farmaci può essere confusionaria e difficile, in quanto richiede ai pazienti di assumere diverse pillole in momenti diversi della giornata. MM-IJ3DP semplifica questo processo combinando più farmaci in un’unica compressa, progettata per rilasciare ciascun componente al momento opportuno.

Parlando di questi vantaggi, il dottor Yinfeng He, professore assistente presso il Centro per la produzione additiva della Facoltà di Ingegneria, ha così commentato: “Si tratta di un entusiasmante passo avanti nello sviluppo di farmaci personalizzati. Questa scoperta non solo evidenzia il potenziale della stampa 3D nel rivoluzionare la somministrazione dei farmaci, ma apre anche nuove strade per lo sviluppo di farmaci personalizzati di prossima generazione“.

Sebbene il potenziale della MM-IJ3DP sia immenso, ci sono ancora sfide da superare. L’attenzione attuale è rivolta allo sviluppo di formulazioni capaci di accogliere una gamma più ampia di farmaci. Fortunatamente, il team di ricerca è fiducioso che l’applicazione di questa tecnologia si espanderà e migliorerà rapidamente. Attualmente, la MM-IJ3DP consente di stampare contemporaneamente fino a 56 farmaci diversi. La sua capacità di creare soluzioni farmaceutiche personalizzate potrebbe portare avanti una nuova era nell’assistenza sanitaria, in cui i trattamenti sono unici come i pazienti. A questo proposito, Felicity Rose, docente presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Nottingham, ha aggiunto:

Il futuro dei farmaci prescritti risiede in un approccio personalizzato, e sappiamo che solo nel Regno Unito fino al 50% delle persone non assume correttamente i propri farmaci e questo ha un impatto su risultati di salute peggiori, con condizioni che non vengono controllate o trattate correttamente. Un approccio basato su un’unica pillola semplificherebbe l’assunzione di più farmaci e questa ricerca è un passo importante in tal senso.

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*Tutti i crediti fotografici: Università di Nottingham

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Pubblicato da
Nunzia A.

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