La stampa 3D trasforma la costruzione di un centro commerciale
Nel contesto in evoluzione dell’architettura contemporanea, la stampa 3D sta emergendo come una tecnologia influente, che ridefinisce i nostri approcci alla progettazione e alla costruzione. Un esempio concreto di questa integrazione tra tecnologia additiva e architettura è rappresentato dalla Galleria Gwanggyo, un innovativo centro commerciale nel cuore della nuova città di Gwanggyo, in Corea del Sud. Questo edificio iconico, inaugurato nel marzo 2020, presenta una facciata rustica e moderna e un prospetto architettonico complesso. Incastonato tra grattacieli e residenze, questo stabilimento si posiziona come centro dinamico di vita pubblica, impreziosito da un’architettura singolare.
Guidato dal rinomato studio di architettura olandese OMA (Office for Metropolitan Architecture), il progetto presenta un’elaborata facciata che fonde pietre a mosaici con complessi elementi in vetro, solidificati da nodi di giunzione dal design unico. Ogni sfida geometrica presentata da questi nodi è stata affrontata con un approccio personalizzato, dimostrando l’ingegnosità della stampa 3D nelle costruzioni.
Di fronte a queste sfide complesse, lo studio di architettura coreano WITHWORKS ha integrato la tecnologia di stampa 3D, sfruttando in particolare le capacità di Voxeljet, produttore leader di sistemi di stampa 3D industriali. Questa collaborazione ha visto la partecipazione di KTC, azienda sudcoreana specializzata nella produzione di stampi in sabbia e modelli di fonderia di alta precisione. KTC ha sfruttato le capacità delle stampanti voxeljet VX800 e VX2000, progettate appositamente per la produzione di modelli con il materiale PMMA su larga scala. Il processo prevedeva la produzione di circa 230 modelli separati dei nodi mediante stampa 3D, che sono stati poi sottoposti a un processo di stampaggio a iniezione. In questo processo, i modelli in PMMA sono stati inizialmente avvolti da uno strato di materiale ceramico refrattario. Dopo questo involucro, i modelli sono stati sottoposti a una fase di cottura a pressione in autoclave e forno, rimuovendo i modelli in PMMA e lasciando uno stampo in ceramica. Questo stampo è stato poi utilizzato per colare i nodi strutturali in acciaio, garantendo la precisione e l’integrità dei componenti metallici finali.
La decisione di optare per la stampa 3D ha comportato una serie di vantaggi, tra cui una significativa riduzione dei costi e una notevole accelerazione dei tempi di produzione rispetto ai metodi tradizionali di produzione degli utensili. Anche la qualità della superficie dei componenti in acciaio prodotti con questo metodo è stata notevolmente migliorata. Inoltre, questo approccio ha offerto un elevato grado di flessibilità e precisione nella progettazione, essenziale in considerazione dei complessi requisiti geometrici dei nodi della facciata. Il progetto ha incorporato un sofisticato software di progettazione assistita da computer (CAD) e di simulazione degli stampi per garantire in anticipo la fattibilità e la qualità dei processi di stampa 3D e stampaggio a iniezione. Ciò ha consentito di ridurre notevolmente gli sprechi e di evitare la necessità di riproduzioni.
L’integrazione della stampa 3D nella costruzione della Galleria Gwanggyo non solo evidenzia i progressi tecnologici nel campo dell’architettura, ma anche il potenziale offerto dalla produzione additiva per creare elementi di design personalizzati e complessi in modo rapido ed efficiente. Il completamento con successo dei nodi della facciata in soli quattro mesi è una testimonianza lampante dell’impatto trasformativo della stampa 3D sui metodi architettonici contemporanei.
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*Crediti foto: Oma Office Work Search