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Sandia Labs utilizza la stampa 3D per sistemi d’arma

Pubblicato il 31 Luglio 2024 da Nunzia A.

Che si tratti di carri armati, sistemi di propulsione, caschi o stampa su nave, la produzione additiva si sta lentamente affermando nel settore della difesa. E quasi ogni mese vengono scoperte nuove applicazioni in tutto il mondo. Ad esempio, negli Stati Uniti, Sandia National Labs sta utilizzando la stampa 3D e altre tecnologie per trasformare il modo in cui sviluppa connettori elettronici personalizzati per sistemi di armi nucleari.

Sandia National Laboratories è un laboratorio multimissione gestito da Sandia LLC, una sussidiaria interamente controllata da Honewell International, per la National Nuclear Security Administration del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Il laboratorio riceve finanziamenti da numerose fonti ed è all’avanguardia nella ricerca in aree come la deterrenza nucleare, la sicurezza globale, le tecnologie energetiche e altro ancora. Ha anche esperienza nella produzione additiva. Lo scorso marzo, vi abbiamo parlato del suo progetto con l’Oregon State University per creare un materiale da costruzione per stampa 3D in grado di intrappolare l’anidride carbonica .

Ingegneri del Sandia National Laboratories analizzano gli inserti in PEEK (crediti fotografici: Craig Fritz/Sandia National Laboratories)

Questo progetto in particolare, il programma Rapid Development Connectors, è tuttavia completamente diverso in quanto è dedicato all’uso di tecniche di produzione avanzate per aiutare a sviluppare connettori per sistemi di armi, in particolare armi nucleari. Il progetto quinquennale finanziato dalla National Security Administration cerca di creare un team in grado di fabbricare e consegnare connettori funzionali in meno di quattro settimane, a differenza dell’anno corrente o più. Il tutto garantendo che la qualità dei componenti risultanti rimanga elevata.

Sandia Labs realizza connettori elettronici stampati in 3D per armi nucleari

La deterrenza nucleare, il principio spesso controverso, nato con la Guerra Fredda, secondo cui un paese impedisce un attacco nucleare intimidendo gli avversari, continua a essere una parte importante delle strategie difensive di molti governi. Per gli Stati Uniti, che detengono la seconda più grande riserva di testate nucleari (circa 3.748 a settembre 2023 rispetto alle 5.580 della Russia), è una sfida particolarmente sentita. I connettori elettronici sono una parte fondamentale di questa stratgia poiché questi componenti sono essenziali per mantenere la sicurezza delle armi nucleari e per innescarle se necessario.

Ma dove entra in gioco la stampa 3D? In un recente comunicato stampa del Sandia National Laboratories, si spiega che il progetto ha dimostrato il valore della combinazione di stampa 3D e stampaggio a iniezione per la produzione di parti in volumi ridotti. I vantaggi dell’utilizzo della stampa 3D per creare stampi sono ben noti: la stampa 3D, rispetto allo stampaggio a iniezione, consente tempi di consegna degli di stampi più rapidi e la possibilità di più iterazioni di progettazione. Il laboratorio ha anche esaminato la creazione di guarnizioni ermetiche realizzate con vetro prodotto in modo additivo.

Un ingegnere al lavoro sui contatti delle prese come parte del programma Rapid Development Connectors di Sandia (crediti foto: Craig Fritz/Sandia National Laboratories)

I connettori elettronici sono stati pensati per le armi W93, una testata nucleare che dovrebbe sostituire le testate W76 e W88 sui sottomarini della Marina degli Stati Uniti dal 2034 in poi. Per saperne di più, il comunicato stampa è disponibile QUI .

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*Copertina: Craig Fritz/Sandia National Laboratories

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