PSCT Digital Lab, la startup italiana che punta sul Fashion for Additive Manufacturing
Abbiamo parlato più volte del potenziale della stampa 3D nell’industria della moda e del lusso. Numerosi designer, stilisti e grandi case di moda, pensiamo ad esempio Dior o Chanel, fanno già uso della tecnologia per sperimentare, innovare o anche produrre capi, accessori, calzature e non solo! Per comprendere meglio quali siano le possibilità della produzione additiva nel settore Fashion, abbiamo intervistato Camilla Trezza, founder e designer della startup PSCT Digital Lab, che si propone di innovare il settore della moda attraverso l’additive manufacturing, per prodotti più sostenibili, espressivi, funzionali e unici. Oltre a guidare PSCT Digital Lab, Camilla trezza collabora anche con Albini Group per sviluppare materiali più sostenibili per la stampa 3D degli indumenti di domani. Da non perdere!
3DN: Ciao! Puoi presentarti e raccontarci come hai scoperto l’additive manufacturing?
Ciao, mi chiamo Camilla Trezza, ho 28 anni e sono founder e designer di PSCT Digital Lab, startup operante nel FFAD (Fashion for Additive Manufacturing). Dopo aver studiato Fashion Design alla IUAD e alla Marangoni, e aver fatto varie esperienze come Content Creator a Milano e Londra, ho deciso di portare la mia creatività a un livello successivo. Nel periodo post-Covid, ho frequentato così un corso di specializzazione della durata di un anno alla Medaarch (Centro di artigianato digitale), dal titolo “Advanced design for architecture & craft”, mirato a imparare il funzionamento di softwares e mezzi tecnologici per progettare soluzioni innovative. Da allora, la mia curiosità per l’additive manufacturing cresce ogni giorno. Mi sono innamorata di questa tecnologia tanto da decidere di non lasciarla più.
3DN: Ci presenti PSCT Digital Lab? Qual è la sua missione?
PSCT Digital Lab è un brand di fashion & accessories, che progetta sperimenta e prototipa su prodotto finale e su materiali innovativi. Nasce circa un anno fa, dopo quattro anni di studio pregresso. È una visione verso il futuro che parte da un manifesto personalmente scritto, che spiega l’importanza del tech mixato al contesto emotivo, derivante da Pirandello e dalla sua antropologia basata sullo studio dell’essere umano, in relazione alla società in cui vive. Il leitmotiv del brand infatti è la sinapsi simulata attraverso le textures, che vogliono rappresentare proprio gli impulsi durante le fasi di vita.
Vogliamo iniziare muovendo piccoli passi per cambiare le regole in termini di economia circolare e invertire la supply chain della manifattura convenzionale. L’obiettivo del brand è essere emotivo, funzionale, sostenibile e, ovviamente, con un design unico nel suo genere.
3DN: Quali tecnologie di produzione additiva utilizzate?
Generalmente utilizziamo la tecnologia FDM per la prototipazione, mentre le tecnologie Multi Jet Fusion o SLA per la produzione. Le applicazioni sono per lo più accessori per abiti o interi corpetti progettati per essere adattabili al corpo, ma allo stesso tempo con un grado di flessibilità elevata da risultare comodi.
3DN: Perché, secondo te, bisogna puntare sulla stampa 3D nella moda?
Viviamo nella più grande crisi climatica mai esistita, dove la fashion industry è responsabile al 20% dell’inquinamento globale a causa di fast fashion, emissioni di CO2, inquinamento idrico, spreco di risorse naturali, overproduction, isole di plastica. In termini di sostenibilità, il processo disruptive si riadatta al contesto e si impiegano stampanti 3D per la produzione, sostituendo un vecchio modello con una nuova prospettiva.
Inoltre, stiamo sviluppando un progetto di economia circolare con ALBINI_next, l’innovation hub della filiera tessile di Albini Group. Nel dettaglio, con iI progetto Weav3d, ALBINI_next sta esplorando nuovi materiali biopolimerici compositi come soluzione per il recupero di fibre tessili, creando blend unici di polimeri biobased e/o riciclabili uniti a fibra tessile di origine vegetale. Questi nuovi materiali hanno un’ampia gamma di applicazioni, tra cui la stampa 3D, e possono dar vita a nuovi prodotti sostenibili e innovativi, sempre più simili ai tessuti.
3DN: Quali difficoltà incontri nella tua attività? Come vedi i suoi sviluppi futuri?
Ciò che mi risulta più difficile è giustificare quanto lavoro ci sia dietro determinati prodotti e quale sia davvero il loro valore, ma come per ogni attività innovativa, questo richiede tempo. D’altronde, siamo in continua evoluzione insieme alle nuove tecnologie e a queste si stanno adattando le grandi aziende così come quelle più piccole o gli appassionati. Di conseguenza, credo che la stampa 3D, e in generale le nuove tecnologie, avranno la meglio in pochi anni.
3DN: Qualche ultima parola per i nostri lettori?
Ci saranno delle novità! Seguite la pagina Instagram @PSCTdigital_lab e il nostro sito web per rimanere aggiornati!
E tu cosa ne pensi dell’attività di PSCT Digital Lab e dell’uso della stampa 3D nella moda? Condividi la tua opinione sui nostri social Facebook e LinkedIn. Trovi tutti i nostri video sul nostro canale YouTube! Non dimenticare di iscriverti alla nostra Newsletter settimanale per ricevere tutte le notizie sulla stampa 3D direttamente nella casella di posta!
Crediti per tutte le foto: PSCT Digital Lab