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I progetti umanitari realizzati grazie alla stampa 3D

Pubblicato il 25 Maggio 2023 da Nunzia A.
stampa 3d

La Commissione europea definisce l’aiuto umanitario come “la fornitura di assistenza e sostegno a chi ne ha bisogno, senza distinzioni di alcun tipo”. Questo aiuto viene fornito a prescindere da considerazioni politiche, religiose o militari, con l’obiettivo di portare soccorso alle popolazioni colpite da disastri naturali, conflitti armati e altre situazioni simili. Tuttavia, in molti casi, a causa del caos e della difficoltà di accesso in queste aree, è spesso difficile fornire assistenza a tutti coloro che ne hanno bisogno. È qui che la stampa 3D svolge un ruolo fondamentale. Sempre più spesso le tecnologie di stampa 3D vengono utilizzate per fornire assistenza rapida alle persone che si trovano in zone di conflitto o in aree devastate da calamità naturali. Abbiamo qui raggruppato alcuni dei progetti che utilizzano la manifattura additiva per scopi umanitari. Dalla costruzione di case e scuole, alla fornitura di cure e dispositivi medici, ecco alcuni dei progetti più nobili realizzati con la stampa 3D.

Forniture ospedaliere per Haiti

Field Ready è un’associazione no-profit con sede negli Stati Uniti che mira a fornire aiuti alle popolazioni che vivono in aree colpite da disastri e conflitti. La sua attenzione si concentra su progetti volti a sostenere le persone che vivono in povertà o in grave difficoltà in tutto il mondo. Uno dei progetti di spicco di Field Ready è quello realizzato a Haiti. Dopo il devastante terremoto del 2010, il Paese ha dovuto affrontare enormi sfide. Field Ready ha utilizzato la tecnologia di stampa 3D per produrre strumenti medici come pinze per il cordone ombelicale, pinze per l’ossigeno, ganci per le sacche di infusione e protesi, oltre ad altri materiali essenziali per gli ospedali, come i secchi. Oltre a fornire queste risorse vitali, il team di Field Ready ha organizzato sessioni di formazione sulle basi della progettazione assistita da computer (CAD) e della stampa 3D. In questo modo gli haitiani hanno avuto l’opportunità di acquisire competenze e di lavorare per raggiungere l’autosufficienza.

Thinking Huts, una scuola stampata in 3D in Madagascar

Thinking Huts è stata fondata nel 2015 da Maggie Grout con l’obiettivo di fornire accesso all’istruzione alle persone bisognose. Il suo primo progetto, chiamato “Bougainvillea”, ha richiesto sette anni per essere completato e prevedeva la costruzione della prima scuola stampata in 3D in modo ecologico e sostenibile. La stampa 3D ha ridotto gli sprechi e accelerato i tempi di costruzione. Il luogo scelto per questo progetto è stato Fianarantsoa, una città nel centro-sud del Madagascar. L’isola soffre di una grave carenza di scuole, tanto che un rapporto dell’UNESCO rivela che il 97% dei bambini malgasci di 10 anni non è in grado di leggere nemmeno una frase. Il Madagascar è tra i Paesi più svantaggiati al mondo dal punto di vista dell’istruzione. Data la mancanza di scuole sufficienti e l’elevata domanda, si stima che sul territorio malgascio siano necessarie circa 22.000 scuole.

Crediti: Thinking Huts

Lacci emostatici stampati in 3D

Nel bel mezzo dell’attuale crisi in Ucraina dovuta all’invasione russa, l’azienda canadese Glia si è attivata per sostenere i professionisti del settore medico fornendo loro l’accesso alle stampanti 3D per scaricare e donare modelli di lacci emostatici stampati in 3D. Questi lacci emostatici sono dispositivi fondamentali utilizzati per arrestare le emorragie in situazioni di emergenza, soprattutto nelle aree di conflitto dove l’accesso alle forniture mediche può essere limitato. Glia punta a rendere i componenti medici più accessibili in tutto il mondo e ha già prodotto lacci emostatici stampati in 3D, oltre ad altri dispositivi clinici come occhiali e stetoscopi. Questi lacci emostatici, realizzati con la tecnologia di produzione additiva e utilizzando l’ABS, offrono una soluzione economicamente vantaggiosa rispetto ai metodi di produzione convenzionali. L’azienda prevede di produrre 1.500 lacci emostatici attraverso una campagna di raccolta fondi e di distribuirli agli ospedali ucraini e ai civili a rischio di gravi lesioni. Se il conflitto dovesse finire prima di raggiungere l’obiettivo, i lacci emostatici saranno spediti in un’altra zona di guerra che ne ha bisogno. Il design ad accesso aperto consente alla stampa 3D di svolgere un ruolo fondamentale nel salvare vite umane e fornire un supporto medico essenziale in situazioni di crisi.

Crediti: Glia

La prima comunità realizzata con la stampa 3D in america Latina

Un altro progetto umanitario reso possibile grazie alla stampa 3D è stato quello realizzato da New Story in collaborazione con ICON. New Story è un’organizzazione non profit impegnata nella costruzione di un mercato immobiliare più inclusivo per le famiglie vulnerabili. Hanno deciso così di costruire case stampate in 3D, poiché è più veloce dei metodi tradizionali e ha il potenziale per case di qualità superiore e più convenienti rispetto all’attuale standard del settore. Questo progetto ha permesso di costruire la prima comunità al mondo realizzata con case stampate in 3D, in America Latina, e di offrire un rifugio sicuro a famiglie che vivevano senza riparo. Ogni casa è stata stampata in circa 24 ore di stampa con una miscela di cemento proprietaria chiamata Lavacrete, prodotta con materiali locali e zero rifiuti.

Crediti: ICON/New Story

Protesi stampate in 3D per le vittime della guerra in Ucraina

La guerra in Ucraina sta avendo gravi conseguenze sulla popolazione; molti cittadini hanno subito lesioni come amputazioni e danni permanenti. Nel mezzo di questa tragedia, la stampa 3D è emersa come una speranza per aiutare queste persone. Un ricercatore di nome Gerwin Smit, della Delft University of Technology nei Paesi Bassi, ha sviluppato protesi artigianali di alta qualità a prezzi accessibili, utilizzando un metodo ibrido di stampa 3D e taglio laser. Grazie alla generosità dell’impresa sociale indiana Vispala e di un’azienda tecnologica americana chiamata Cisco, ha donato 350 di queste protesi all’Ucraina. Ricordiamo anche il progetto italiano della protesi Letizia che ha contribuito a ridare la mobilità a vittime colpite agli arti inferiori.

Un quartiere stampato in 3D per i senzatetto

Ad Austin, in Texas, Mobile Loaves & Fishes, un’organizzazione che si occupa di migliorare le condizioni dei senzatetto, ha lanciato un progetto chiamato “Community First! Village”. L’iniziativa mira a promuovere un nuovo stile di vita e a creare un quartiere per i senzatetto. Questo quartiere, che si estende su una vasta area, è costituito da alloggi permanenti a prezzi accessibili costruiti con calcestruzzo stampato in 3D da ICON. Queste case sono progettate per fornire un alloggio duraturo e hanno dato rifugio a più di 500 uomini e donne senza fissa dimora. L’obiettivo a lungo termine è di ospitare circa il 40% dei senzatetto di Austin. Il quartiere dispone di una serie di strutture, tra cui camper, micro-case, un mercato, una fattoria biologica e un cinema comunitario. Queste strutture facevano parte della Fase 1 del progetto. Nella fase 2, il numero di case è stato ampliato a più di 500 e sono stati aggiunti edifici per uffici costruiti con la stampa 3D.

Una scuola elementare stampata in 3D in Ucraina

Quasi tutte le industrie ucraine stanno utilizzando le loro risorse e competenze per far fronte alla guerra. Una di queste è la start-up umanitaria HIT (Humanitarian Innovative Technologies), che nel dicembre 2022 ha lanciato un progetto pilota per la costruzione di una scuola elementare a Lviv. L’obiettivo di questo progetto, chiamato HIVE, è la creazione di spazi sostenibili, l’integrazione di innovazioni tecnologiche e una pianificazione moderna. Con l’aiuto della stampa 3D, è possibile costruire in modo rapido, economico e sostenibile. L’obiettivo del progetto è, da un lato, non trascurare l’istruzione dei bambini nonostante la guerra e, dall’altro, creare asili nido per permettere ai genitori di continuare a lavorare. HIT è supportata da un team di operatori umanitari e imprenditori tecnologici che ruota attorno al CEO Jean-Christophe Bonis, amministratore delegato, e a Dominique Piotet, cofondatore. Quest’ultimo ha molti anni di esperienza in Ucraina ed è un esperto di trasformazione digitale. Le competenze di questi due imprenditori aiuteranno HIT a guidare la ricostruzione dell’Ucraina. Oltre alla costruzione della scuola, in futuro verranno costruite circa 10.000 case con l’aiuto della stampa 3D.

Crediti: wearehit

La stampa 3D come aiuto nei disastri naturali

Field Ready è un gruppo di organizzazioni che fornisce aiuti materiali sul campo alle popolazioni colpite da disastri naturali. L’organizzazione ha implementato un processo in tre fasi che consente alle organizzazioni aderenti di produrre insieme in luoghi dove non è facile trovarle per realizzare raccordi per tubi. L’organizzazione ha iniziato stampando in 3D una serie di stampi per giunti di diverse dimensioni. Questi stampi vengono a loro volta utilizzati per realizzare stampi in silicone, che vengono portati dove le persone hanno bisogno di raccordi per tubi. Viene anche portato del poliuretano modellabile, in modo che le persone sul campo possano realizzare i giunti in loco. Field Ready, in collaborazione con un team dell’Imperial College di Londra, ha anche sviluppato un’app, MakeFit, che fornisce uno schema e modelli CAD per la realizzazione di stampi inserendo i parametri: quanti tubi collegare, quali dimensioni, con quale schema (a T o altro).

Cresiti: Field Ready

La stampa 3D per ridurre il rischio di malattie

Oxfam ha collaborato con MyMiniFactory per contribuire a ridurre il rischio di malattie. Utilizzando la stampa 3D, hanno creato un dispositivo disinfettante per le mani per promuovere l’igiene dei rifugiati siriani che vivono in condizioni difficili in Libano. Questo programma è aperto a tutti, il che significa che chiunque può creare progetti per questi dispositivi. Grazie alla progettazione 3D e alla produzione additiva, le persone possono lavarsi le mani in modo sicuro, riducendo drasticamente il rischio di malattie e contagi.

Crediti: Oxfam

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