Negli ultimi anni, la produzione additiva ha trasformato profondamente numerosi settori come l’architettura, il design di prodotto e persino la medicina. Uno sviluppo particolarmente promettente risiede nella sua integrazione con piante e vegetazione negli spazi abitativi contemporanei. Grazie alla stampa 3D, è ora possibile creare vasi personalizzati, giardini verticali, sistemi verdi modulari e strutture per spazi urbani, il tutto con grande precisione e un consumo ridotto di risorse. Questa alleanza tra tecnologia e natura apre la strada a nuove forme di design sostenibile, design d’interni ed esterni su misura, promuovendo al contempo un ambiente urbano più sano.
Oltre alla sua libertà creativa, la stampa 3D è un modo per dare vita a idee ecosostenibili. Uno dei suoi principali punti di forza rimane infatti la dimensione ecologica come tecnologia di produzione sostenibile. E cosa c’è di più coerente, nei nostri ambienti moderni, che combinare sostenibilità e spazi verdi? Ti invitiamo a scoprire qui sotto una selezione dei progetti più interessanti, tutti realizzati con la stampa 3D. Case sostenibili, pareti verdi e creazioni sorprendenti… scopri la nostra classifica!
Il progetto “To Grow a Building” di Nof Nathanson è attualmente in mostra alla Biennale di Venezia. Questa casa stampata in 3D incarna una fusione di tecnologia e natura. Realizzata in terra utilizzando tecniche di stampa 3D avanzate sviluppate da WASP, la struttura presenta un approccio unico: semi accuratamente selezionati sono stati inseriti nel materiale prima della stampa. Una volta completata la costruzione, questi semi inizieranno a germogliare, trasformando gradualmente l’edificio in una vera e propria architettura vivente. La stampa è stata realizzata con la stampante Crane di WASP. Per tutta la durata della Biennale, il progetto evolverà, crescendo e poi scomparendo gradualmente, in armonia con il ciclo naturale.
Avete mai sentito parlare della stampa 3D con inchiostri a base di terra? Nel 2022, l’Università della Virginia ha pubblicato uno studio sulla stampa 3D di strutture del suolo ecologicamente attive, in cui sono state create con successo complesse strutture geometriche a partire da terra e semi, in grado di far crescere piante. La speranza è che, con ulteriori progressi, questi tipi di strutture del suolo possano essere incorporati nell’architettura. Immaginate giardini pensili o pareti verdi che potrebbero fornire isolamento naturale, assorbire la pioggia e creare spazi verdi. L’edilizia tradizionale, d’altra parte, è un processo più lineare e la maggior parte dei materiali utilizzati nel processo di costruzione non può essere adattata o riutilizzata, con conseguente spreco ambientale. Questa innovazione non solo riduce l’impronta di carbonio dei progetti di costruzione, ma ridefinisce anche l’aspetto dell’edilizia: vibrante, adattabile e rigenerativa.
Eshan Barhalou, professore associato presso la Facoltà di Architettura dell’Università della Virginia, ha creato un sistema con un braccio robotico e un estrusore per condurre esperimenti sulla struttura del terreno. (Credito fotografico: Tom Daly, Università della Virginia)
A Oeffelt, nei Paesi Bassi, un progetto utilizza strutture in argilla stampate in 3D per sostenere la natura. Queste forme riscaldate e indurite vengono posizionate lungo il fiume per offrire rifugio a diverse specie, anche quando la corrente è forte. A differenza dei tradizionali blocchi di pietra, questi moduli in ceramica presentano una texture irregolare e numerose cavità. Creano un ambiente più ricco, più adatto alla flora e alla fauna locali. Queste barriere coralline artificiali, progettate dall’azienda Urban Reef e integrate nel progetto Maaskracht, mirano a migliorare la biodiversità e stabilizzare le sponde del fiume. Sono in corso osservazioni per valutarne gli effetti sull’ecosistema.
Crediti fotografici: Maaskracht
L’Istituto di Architettura Avanzata della Catalogna (IAAC) ha sviluppato un prototipo di edificio di 100 m² a basse emissioni di carbonio. Ha utilizzato terra e materiali naturali locali, combinati con le proprie tecnologie di stampa 3D. Chiamato 3D-Printed Earth Forest Campus e situato a Barcellona, la struttura funge da laboratorio vivente per sperimentare nuovi approcci all’edilizia sostenibile. Utilizzando la stampante Crane sviluppata da WASP, le pareti sono state stampate con cavità integrate, riducendo la quantità di materiali utilizzati e migliorando al contempo la ventilazione e l’isolamento. Questo progetto combina così competenze tradizionali con tecnologie all’avanguardia. La terra, estratta e preparata localmente, è stata posata a strati controllati per garantire stabilità e adattabilità. Il risultato: una distribuzione organica e flessibile degli spazi interni, semi-aperti ed esterni, che promuove un dialogo armonioso tra architettura e ambiente.
Crediti fotografici: IAAC
Il progetto TECLA, progettato da WASP e Mario Cucinella Architects, propone un nuovo tipo di abitazione ecosostenibile. Costruito interamente in terra cruda locale tramite stampa 3D, questo prototipo mira a offrire una risposta sostenibile alla crisi climatica. La prima casa è già stata completata a Massa Lombarda, in Italia. Questo progetto combina materiali naturali e tecnologie avanzate. Si inserisce in una dinamica di innovazione globale, che integra personalizzazione, automazione industriale e oggetti connessi. La stampante 3D utilizzata, la Crane di WASP, è unica: modulare e multilivello, consente a due macchine di lavorare contemporaneamente in modo coordinato. Ogni casa è progettata per adattarsi alle caratteristiche climatiche del suo ambiente.
L’azienda giapponese Takenaka Corporation presenta a Expo 2025 Osaka un innovativo progetto architettonico che unisce sostenibilità ed esperienza sensoriale. Questi padiglioni circolari, realizzati in resina di origine vegetale, offrono ai visitatori un’oasi di pace nel caos della città. Come il progetto “To Grow a Forest” , queste strutture hanno una durata di vita pianificata. Durante la mostra, i bambini saranno invitati ad attaccare alle pareti capsule di semi fatte a mano. Gradualmente, questi semi inizieranno a germogliare e l’obiettivo è che continuino a prendersi cura dei giovani germogli.
Costruiti interamente con materiali biodegradabili, i padiglioni sono progettati per decomporsi naturalmente dopo l’uso. Invece di lasciare un’impronta ecologica duratura, sono destinati a trasformarsi in una foresta sull’isola di Yumeshima, sede dell’evento. Questo processo incarna un cambio di paradigma: non si tratta più di possedere uno spazio, ma di viverlo in modo condiviso, effimero e rispettoso dell’ambiente. Attraverso questo progetto, Takenaka cerca anche di riconciliare uomo e natura, un’ambizione che è ancora più rilevante nei paesaggi densamente urbanizzati di Osaka.
Un concept per un padiglione. (Crediti fotografici: Takenaka Corporation)
Il nostro prossimo progetto è una parete stampata in 3D che respira, rinfresca l’aria e cresce, una proposta dell’azienda olandese VERTICO, specializzata nella stampa 3D di calcestruzzo. In collaborazione con VolkerWessels, scienziati dei materiali e delle geoscienze, insieme alla Delft University of Technology, hanno sviluppato una parete biorecettiva. Di cosa si tratta? La parete è progettata per promuovere la crescita del muschio e fungere da sistema di raffreddamento naturale. La sua texture e le sue finiture sono progettate per trattenere l’umidità e migliorare l’adesione biologica. Oltre al suo valore estetico, il progetto è una proposta su come le facciate possano essere trasformate in ecosistemi viventi, in grado di contribuire alla sostenibilità urbana attraverso materiali intelligenti. Tutto questo con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale e adattare le città alle sfide del cambiamento climatico.
Il muro bioreattivo stampato in 3D di VERTICO cresce, respira e si raffredda. (Crediti fotografici: VERTICO)
“Magic Queen” è un’installazione d’avanguardia dello studio viennese MAEID, presentata nel 2021 alla Biennale di Architettura di Venezia. Si tratta di un paesaggio stampato in 3D, realizzato con materiali locali completamente biodegradabili. Questa struttura ospita una varietà di piante e funghi, la cui evoluzione si dispiega lungo tutta la mostra. Un braccio robotico sospeso, che funge da giardiniere artificiale, irriga le piante e ne monitora lo sviluppo utilizzando sensori e algoritmi di apprendimento automatico. I dati raccolti vengono poi tradotti in segnali visivi e audio, rivelando le sottili interazioni tra i vari componenti dell’installazione.
Crediti fotografici: MAEID
BANYAN Eco Wall, sviluppato da BigRep e progettato da Mirek Claßen, Tobias Storz e Lindsay Lawson, è un muro interamente stampato in 3D che presenta un sistema di drenaggio interno. A differenza di altre strutture simili in cui il sistema di drenaggio viene installato dopo la produzione, BANYAN è stampato in 3D con canali interni pre-progettati. Misura 2000 x 2000 x 600 mm ed è composto da quattro pezzi. Il materiale utilizzato per la struttura principale è il PETG di BigRep, mentre per le fioriere è stato utilizzato il BigRep Black PRO HT. Questo progetto di stampa 3D di grande formato e software di progettazione generativa mira a promuovere nuove possibilità per l’architettura verde, incoraggiando lo sviluppo di pareti verdi e nuovi sistemi di agricoltura urbana.
Crediti fotografici: BigRep
La giovane designer britannica Kiki Grammatopoulos ha presentato un progetto chiamato “Rewild the Run”, sviluppato durante il suo Master in Material Futures presso la Central Saint Martins di Londra. Questo concept originale si basa su una scarpa da running che semina durante la corsa. La designer ha progettato una suola stampata in 3D in grado di disperdere i semi durante la corsa, contribuendo così a rinverdire attivamente e in modo sostenibile gli spazi urbani. La sua ambizione? Incoraggiare gli abitanti delle città a partecipare al rewilding urbano, invitandoli a preservare la natura che li circonda, passo dopo passo.
Crediti fotografici: Maël Hénaff
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