Il produttore di soluzioni di post-processing PostProcess Technologies ha pubblicato la terza edizione del suo studio annuale sulle tendenze e le sfide in ambito post-produzione. Il rapporto 2021 conferma, come l’anno scorso, la volontà di accorciare questa fase del processo di stampa 3D, il desiderio di migliorare la qualità dei pezzi finiti e la necessità di consentire agli operatori di dedicarsi a compiti a più alto valore aggiunto. In generale, gli utenti della produzione additiva vogliono automatizzare il più possibile le varie fasi di post-processing, soprattutto quando si tratta di produzione di massa.
Quest’anno, il numero di partecipanti allo studio è raddoppiato, a dimostrazione del fatto che gli attori dell’Additive Manufacturing stanno mostrando un crescente interesse per l’argomento. Tra loro, il 50% è pienamente consapevole dei metodi utilizzati nella propria azienda. Lo studio PostProcess Technologies si concentra sulle tendenze di post-processing legate alle tecnologie di stampa 3D scelte dalle aziende partecipanti: FDM, fotopolimerizzazione e sinterizzazione di polveri sono le prime tre, seguite da MultiJet Fusion e dal Material Jetting.
Le tecniche di post-produzione dipendono dalla tecnologia utilizzata e dall’applicazione finale (crediti foto: Nikko Industries)
Se le tecnologie additive sono numerose, lo sono anche i metodi di post-produzione: rimozione dei supporti, del materiale in eccesso, finiture, lucidatura, trattamento termico, ecc. A seconda dell’applicazione finale della parte stampata in 3D e della tecnologia utilizzata, la post-elaborazione sarà più o meno lunga e complessa. Quest’anno, i metodi più utilizzati sono stati gli stessi degli anni precedenti: rimozione dei supporti di stampa per l’82% dei partecipanti, finitura della superficie per il 67%, rimozione della resina per il 45% e rimozione della polvere per il 44%. Questi risultati non sono sorprendenti se si considerano le tecnologie di stampa 3D più comuni utilizzate oggi.
PostProcess Technologies si concentra poi sul processo MultiJet Fusion di HP, che sta diventando sempre più popolare per la produzione di massa. I partecipanti dicono che la post-elaborazione è una vera sfida quando si pensa di passare alla produzione di massa e meno del 18% degli utenti pensa che le soluzioni attualmente disponibili siano sufficienti. Questo è un punto interessante in quanto la produzione additiva si è spostata dalla prototipazione rapida alla produzione di massa, con attori che cercano di facilitare questa transizione. Come mette in evidenza lo studio, il mercato non è del tutto pronto, anche se ci sono sempre più iniziative. Inoltre, sul lato HP, il produttore sta sviluppando soluzioni di post-processing più automatizzate, proprio in questa logica di produzione. Questa sfida sarà probabilmente vinta nel giro di pochi anni.
L’edizione 2021 mette in evidenza le sfide affrontate dagli utenti durante l’anno. Per il 53% dei partecipanti allo studio, il ciclo di post-processing è troppo lungo, indipendentemente dalle tecnologie (FDM, SLA o SLS); il 52% dice che è molto difficile ottenere pezzi finiti uniformi. Infine, trovare manodopera qualificata non è per nulla semplice e questo rappresenta un ostacolo nelle operazioni di post-processing. Il mercato della produzione additiva, in generale, ha bisogno di persone con competenze ed esperienza specifiche, che sono al momento carenti.
Le maggiori sfide del post-processing in base alle tecnologie più utilizzate (crediti foto: PostProcess Technologies)
Lo studio evidenzia anche che la rimozione di polveri – sia con SLS che MJF – rallenta il processo di produzione e aumenta significativamente i costi complessivi. Per la rimozione della resina, le sfide più grandi sono la sicurezza, l’igiene e la gestione dei rifiuti.
I risultati possono sembrare piuttosto pessimistici, ma la volontà dei partecipanti di investire di più in soluzioni post-produzione va sottolineata. Il 30% di questi sostiene di spendere più di un quarto del budget dedicato alla produzione additiva per il post-processing. Le aziende automobilistiche sono quelle che investono di più. Ma in cosa vogliono investire i partecipanti? Per il 76%, gli investimenti sono mirati ad ottenere una migliore qualità del pezzo finito, mentre per il 45% dei partecipanti, a ridurre il tempo di lavorazione.
Guardando al futuro, è interessante notare che il 60% delle aziende intervistate vuole migliorare gli aspetti di salute, sicurezza e sostenibilità nelle loro fasi di post-produzione. Questo è un problema per l’intera catena del valore della produzione additiva che dovrà essere affrontato nei prossimi anni. Potete trovare lo studio completo di PostProcess Technologies QUI.
*Crediti per la foto di copertina: Hubs
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