Una panoramica sul settore della stampa 3D in Emilia-Romagna

Dopo la panoramica sulla stampa 3D in Piemonte, Lombardia e Veneto, prosegue il nostro viaggio alla scoperta del mercato della produzione additiva nelle diverse regioni italiane. Oggi ci spostiamo in Emilia-Romagna, un territorio che unisce tradizione manifatturiera e spinta tecnologica, cuore pulsante di settori chiave come la meccatronica, il biomedicale e l’automotive. Famosa per la sua cucina – da Parma a Modena passando per Bologna – e per essere terra natale di marchi come Ferrari, Maserati e Lamborghini, l’Emilia-Romagna si distingue anche come una regione attiva nell’adozione dell’Additive Manufacturing.
Secondo i dati Istat 2025, la regione conta circa 4,4 milioni di abitanti e una superficie di oltre 22.000 km². Il tessuto industriale è estremamente variegato e ben distribuito, con distretti tecnologici e universitari di primo piano. In questo contesto, la stampa 3D trova terreno fertile non solo nelle grandi città, ma anche in distretti produttivi diffusi.

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Come emerge dalla mappa, Bologna si conferma come uno dei poli principali per l’Additive Manufacturing in Emilia-Romagna. Qui, tra i produttori di macchine, troviamo 3D4MEC, produttore di stampanti 3D LPBF per acciai al carbonio, ottone e le leghe a base di rame, e Norblast che progetta e realizza soluzioni avanzate di post-processing. La provincia di Bologna vede inoltre un buon numero di service stampa 3D, come JUNO.AM o PMFactory, e rivenditori di macchine e materiali per ogni esigenza.
Restando sui produttori di stampanti 3D, a Cesena MarkOne realizza stampanti FDM, mentre in provincia di Ravenna ha sede WASP, che ha rivoluzionato il concetto di edilizia sostenibile con le sue soluzioni di stampa 3D di grandi dimensioni per ceramica e argilla.

TECLA è l’habitat ecosostenibile realizzato da WASP con la stampa 3D.
A Modena si distinguono invece realtà come CRP Technology, nota per i suoi materiali compositi Windform® per tecnologia SLS, utilizzati anche da team di Formula 1 per la loro elevata resistenza e leggerezza. Se andiamo a Parma, tra le altre aziende di stampa 3D, troviamo BEAMIT, service 3D leader in Europa che offre stampa 3D in metallo LPBF e EBM per le industrie più esigenti, con recenti collaborazioni con Leonardo Aircraft e la Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Reggio Emilia non manca all’appello delle città più innovative. Nel 2024, è stata scelta dall’azienda leader nella stampa 3D in metallo Nikon SLM Solutions per ospitare un centro di ingegneria e ricerca nel Reggiane Parco Innovazione.
In ambito formazione, l’Università di Bologna è uno dei poli più avanzati. Qui è particolarmente attivo il gruppo di ricerca in Advanced Manufacturing and Automation in Construction (AMAC) che ha dato vita al primo laboratorio in Italia dedicato alla tecnologia di stampa 3D WAAM per le costruzioni. Anche l’Università di Modena e Reggio Emilia è impegnata nel settore con insegnamenti che vertono in particolare sugli usi dell’additive manufacturing nell’automotive. L’Università di Parma, invece, ha visto negli ultimi anni lo sviluppo di studi e ricerche su materiali polimerici e metallici per la stampa 3D.

I velivoli Leonardo M-345 presentano parti qualificate con BEAMIT. (Crediti foto: Italia Vola)
L’Emilia-Romagna si conferma dunque una delle regioni italiane più dinamiche nel settore della stampa 3D. Grazie alla presenza di grandi industrie, università all’avanguardia e una rete di aziende leader innovative. Il territorio ha saputo integrare con efficacia la produzione additiva nei principali distretti manifatturieri, offrendo un ecosistema fertile per lo sviluppo di nuove tecnologie e applicazioni.
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Crediti di copertina: 3Dnatives/Bandiera: Bandiere italiane