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Nomad Prototypes presenta un drone realizzato con la stampa 3D in resina

Pubblicato il 6 Giugno 2024 da Nunzia A.

Nell’aviazione, l’uso di droni stampati in 3D non è una novità. Questi dispositivi, frutto della fusione tra produzione additiva e aviazione moderna, offrono una flessibilità e un’adattabilità senza precedenti. Abbiamo già visto una serie di esempi, come i droni progettati per spegnere gli incendi, assistere nelle costruzioni e nelle riparazioni o persino svolgere missioni militari.

Nomad Prototypes, un’azienda con sede negli Emirati Arabi Uniti, ha presentato un drone stampato in 3D in resina come alternativa ai modelli in termoplastica. Questo drone, alimentato da una batteria ad alte prestazioni, ha una durata di volo di 37 minuti. Nomad Prototypes è attualmente impegnata nella ricerca di nuovi metodi di stampa 3D con l’obiettivo di produrre il drone stampato in 3D più grande del mondo.

L’azienda ha messo in evidenza una sfida incontrata nella stampa 3D di droni con tecnologia FDM: il problema intrinseco della variazione di resistenza dei pezzi dovuta alla stampa direzionale. In parole povere, ciò si traduce in punti più deboli tra gli strati. Questo rende la scalabilità un problema, poiché l’aumento dello spessore strutturale amplifica il peso senza un aumento proporzionale della resistenza. Negli ultimi dieci anni, l’azienda ha esplorato a fondo diverse tecniche di stampa 3D come FDM, SLA, SLS e Multi Jet Fusion. Infine, nel tentativo di costruire il drone in plastica stampato in 3D più grande del mondo, Nomad Prototypes ha optato strategicamente per una combinazione di metodi SLA e di estrusione di pellet, sfruttando i loro vantaggi distinti per ottenere risultati ottimali.

I primi droni dell’azienda sono piccoli multirotori realizzati con la resina Liqcreate StrongX. Questa resina fotopolimerica viene sottoposta a polimerizzazione sia UV che termica, diventando più resistente. L’azienda sta procedendo con il suo prossimo modello, il secondo della serie, che sarà un drone modulare che può essere trasformato in un velivolo ad ala fissa con decollo e atterraggio verticale. Sarà realizzato in resina resistente e flessibile, con ali ottimizzate per essere allo stesso tempo sottili e resistenti. Secondo l’azienda, questa ottimizzazione non è possibile con la tecnologia FDM. Se tutto va secondo i piani, Nomad prevede di creare un drone con un’apertura alare di 3,2 metri utilizzando la tecnologia di stampa 3D FGF (Fused Granular Fabrication).

Questo drone più grande avrà un peso massimo al decollo di circa 15 kg e sarà progettato per volare a velocità ridotte per ridurre al minimo le sollecitazioni sulla sua struttura. “Alcuni pellet hanno un carico di fibra di carbonio incredibilmente elevato, che raggiunge il 50%. Questo sarebbe impossibile in formato filamento, poiché il filamento è così rigido che si spezzerebbe non appena raggiunto l’estrusore“, spiega Phillip Keane, fondatore di Nomad Prototypes.

A lungo termine, l’azienda ritiene di poter stampare in 3D un drone in grado di trasportare una persona. L’espansione dei droni ad ala fissa stampati in 3D è fondamentale per raggiungere questo obiettivo. “È certamente possibile stampare in 3D un’ala in metallo che possa sostenere il peso di un essere umano in volo, anche se attualmente sarebbe estremamente costoso farlo”, ha spiegato Keane.

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*Tutti i crediti fotografici: Phillip Keane

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