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MobiPrint è la stampante 3D autonoma che rivoluziona l’accessibilità

Pubblicato il 3 Dicembre 2024 da Elisa L.

È diventato ormai evidente, persino ai più scettici, come il mercato della stampa 3D si stia addentrando sempre di più nelle nostre case. Negli ultimi anni sono state create numerosissime stampanti 3D e di tipologie tra loro estremamente diverse. Ogni tecnologia dispone delle proprie macchine e ciascuna stampante funziona seguendo meccanismi e scopi differenti. Una caratteristica che accomuna però tutte le stampanti 3D è che necessitano di essere ancorate in un unico luogo per poter stampare, indipendentemente dalle dimensioni o dalla tecnologia utilizzata. Possono essere sì trasportate da un posto all’altro, ma sempre dall’uomo: nessuna di queste dispone di un meccanismo che permette loro di farle muovere e di recarsi quindi autonomamente nel luogo di stampa. 

Con l’intento di superare le attuali barriere tecnologiche, un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington ha ideato una stampante 3D di dimensioni desktop molto innovativa: MobiPrint. Questa stampante permette non solo di creare i propri oggetti in casa, ma è anche dotata di movimento autonomo che le permette di arrivare e di stampare in piena autonomia su un luogo prestabilito. MobiPrint misura automaticamente il perimetro di una stanza e stampa gli oggetti direttamente sul pavimento. Il team, diretto da Daniel Campos Zamor, ha presentato il progetto MobiPrint al Symposium on User Interface Software and Technology dell’ACM a Pittsburgh. Il progetto,  finanziato dalla National Science Foundation, ha visto anche la partecipazione di Liang He, professore assistente alla Purdue University ed ex dottorando alla Allen School. 

Struttura di MobiPrint.

Le caratteristiche innovative di MobiPrint 

Ma quali sono le caratteristiche innovative di questa nuova stampante 3D?  Il sistema si compone di una stampante 3D Prusa Mini+ modificata, montata su un robot aspirapolvere Roborock S5. Grazie a un’interfaccia grafica progettata dal team, gli utenti possono disegnare degli oggetti negli spazi mappati dal robot. La stampante utilizza il software open source Valetudo che si serve di un sistema LiDAR, Light Detection And Ranging, per mappare l’ambiente circostante. Il sistema è lo stesso che viene impiegato dai robot aspirapolvere domestici che puliscono le nostre case. MobiPrint è in grado di stampare su superfici come moquette, vinile e parquet, con dimensioni fino a 180x180x65 mm. 

Il software permette all’utente di visualizzare e verificare il percorso del robot localmente, senza bisogno di connettersi al cloud. L’utente può scegliere un modello dalla libreria di MobiPrint oppure caricare un proprio design. Dopo aver selezionato la posizione sulla mappa e aver adattato le dimensioni e la posizione del progetto, il robot si sposta sul luogo designato e stampa l’oggetto direttamente sul pavimento. Gli oggetti vengono stampati in un comune bioplastico PLA. Questa funzionalità di stampa permette di creare delle strutture utili per l’accessibilità, personalizzazioni per la casa o decorazioni artistiche per un ambiente.  

Mappatura del percorso da compiere per raggiungere autonomamente il luogo di stampa.

Al momento, il dispositivo può stampare solo in modalità “parcheggio e stampa”: quando MobiPrint ha individuato il luogo di stampa designato dalla mappa, si ferma (appunto, si parcheggia) e stampa l’oggetto designato. MobiPrint ha bisogno di restare ferma durante il processo di stampa. Questo attualmente limita la capacità della stampante di creare disegni di grandi dimensioni. Tuttavia, Campos Zamora sta considerando di ampliare le sue funzionalità per consentirle di stampare oggetti più grandi in modalità continua.

MobiPrint a servizio delle persone con disabilità visive

Il team di ricercatori dell’Università di Washington ha pensato a MobiPrint non come un semplice dispositivo per abbellire la propria casa con artistiche creazioni stampate in 3D, ma come un passo concreto verso l’inclusione. Il laboratorio guidato da Campos Zamora si dedica, infatti, allo sviluppo di strumenti innovativi pensati per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità visive. 

“Una delle cose che ha davvero ispirato questo progetto è stato l’esame dei marcatori tattili di superficie che aiutano le persone cieche e ipovedenti a orientarsi in uno spazio”, ha spiegato Campos Zamora a IEEE Spectrum. Questi marcatori possono fornire informazioni utili, come indicazioni per orientarsi in una conferenza, o avvisi di pericoli, come la presenza di scale. MobiPrint potrebbe creare addirittura delle rampe per coprire i dislivelli nei pavimenti.  

MobiPrint può stampare dei marcatori tattili di superficie per aiutare le persone cieche ed ipovedenti ad orientarsi all’interno di una stanza (a sinistra) e può creare dei sostegni per i loro ausili come i bastoni (a destra).

“Penso ai bambini in bicicletta o ai miei amici e familiari in sedia a rotelle che si trovano alla fine di un marciapiede senza una rampa” ha detto Jon E. Froehlich, professore alla Allen School. “Sarebbe fantastico se in futuro potessimo semplicemente inviare il robot di Daniel per costruire una rampa, anche solo temporaneamente. Questo dimostra quanto gli ambienti possano essere riconfigurabili.” 

I ricercatori stanno lavorando per permettere a MobiPrint di rimuovere gli oggetti stampati e riciclare la plastica. Inoltre, stanno esplorando l’idea di stampare su altre superfici, come tavoli o pareti, in ambienti esterni e con materiali diversi, ad esempio, il calcestruzzo, che con l’attuale modalità “parcheggio e stampa” questo non è ancora possibile.  

 

L’obiettivo ultimo è quello di adattare sempre di più la tecnologia alle esigenze delle persone, per rendere gli ambienti, sia domestici che pubblici, sempre più inclusivi. Questo progetto non è solo un esempio di progresso tecnologico, ma un vero e proprio strumento per migliorare la vita quotidiana, con un’attenzione particolare alle esigenze delle persone con disabilità visive. Sebbene il dispositivo sia ancora in fase di sviluppo e presenti alcune limitazioni, le sue potenziali applicazioni aprono la strada a nuovi modi di rendere gli ambienti più accessibili e riconfigurabili. 

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 *Crediti per tutte le foto: Makeability lab. 

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