Ginger Additive, la startup milanese che vuole rendere accessibile la stampa 3D con pellet

L’uso del pellet come materiale per la stampa 3D ad estrusione si sta dimostrando una tecnologia sempre più valida offerta da numerosi attori sul mercato, in particolare per quanto riguarda la stampa 3D di grande formato. Di fatti i benefici dell’uso di granuli per la stampa 3D sono molteplici: dall’uso di un ampia varietà di plastiche, alla maggiore sostenibilità per la possibilità di usare materiale riciclato, fino alla possibilità di alimentare dei bracci robotici di grandi dimensioni che rendono possibili opere fino a poco tempo fa irrealizzabili con la produzione additiva. Ne abbiamo discusso con Ginger Additive, una giovane startup italiana che ha deciso di puntare proprio su questa tecnologia per renderla sempre più accessibile.

3DN: Ciao! Potete presentarvi e raccontarci del vostro legame con la stampa 3D?

Ciao a tutti, siamo Umberto Bisotti e Davide Malnati, fondatori di Ginger Additive. Siamo due ingegneri under-30 che hanno studiato insieme al Politecnico di Milano. Ormai quasi 3 anni fa abbiamo realizzato il primo prototipo e ci siamo resi conto dell’enorme potenziale di questa tecnologia. Abbiamo quindi fondato Ginger Additive e produciamo e vendiamo Ginger.one, la prima stampante low-cost che sfrutta la tecnologia FDM con pellet. Inoltre, il nostro reparto produzione lavora a stretto contatto con designer e studi di progettazione per la parte manifatturiera.

3DN: Come nasce Ginger Additive e qual è il suo scopo?

Ginger Additive è una startup milanese che lavora sulla stampa 3D di grande formato a pellet. La stampa 3D è destinata ad essere, nelle sue innumerevoli varianti, una concreta opzione nel mondo manifatturiero. La stampa a granulo su questo è ad oggi però ancora lacunosa. Si tratta di una tecnologia già ben sviluppata ma che ancora sta cercando il suo posto nei diversi settori. I macchinari presenti ad ora sul mercato rispecchiano questa situazione. Dunque oggi la mission di Ginger è molto semplice: l’accessibilità. Vogliamo sviluppare una tecnologia che possa essere utilizzata nel quotidiano e aprire le porte di questo mondo anche a PMI e a professionisti indipendenti.

3DN: Ci parlate della vostra macchina Ginger.one?

Ginger.one è una stampante 3D per pellet studiata per essere una soluzione per progetti di  bassa e media complessità. Funziona con una tecnologia estrusione a granulo, fino a 2 kg/h, con formato del pellet industriale o anche in fiocchi tritati. Ha un volume di stampa di 1m x 1m x 1m, bassi consumi energetici e soprattutto un costo basso rispetto al mercato. Ginger.one è una cartesiana con un ingombro ottimizzato che potrebbe quindi tranquillamente stare in un soggiorno o in un piccolo studio. Buona parte delle componenti della nostra stampante sono a loro volta stampate in 3D e tutti i file sono forniti insieme alla macchina. Questo permette una manutenzione autonoma e anche la possibilità di modifiche.

3DN: Quali sono i benefici dell’uso del pellet, rispetto al filamento, come materiale per la stampa 3D FDM?

L’estrusione a pellet permette di usare il formato industriale di plastica, e quindi di abbattere i costi e i consumi dello step produttivo del filamento. Inoltre rende possibile l’uso di materiali non comuni, caricati, materiali con cui non sarebbe possibile fare un filamento, e soprattutto l’uso diretto di plastica tritata e riciclata. Il filamento, inoltre, non permette l’uso di ugelli più grossi di un paio di millimetri. Le nostre macchine usano di base ugelli fino a 8mm, per spessori di linea che possono arrivare a 2cm. Questo consente alti flussi di estrusione in modo da abbattere il costo variabile del tempo di stampa.

3DN: Come vedete lo sviluppo della stampa 3D di grandi dimensioni?

Il granulo è la chiave di volta per il grosso formato. Stampare a filamento sopra certe dimensione diventa una scelta scellerata sia per i costi che per i tempi di stampa. L’unico ostacolo alla diffusione di questa tecnologia in questo momento sono i costi fissi degli impianti, ed è il motivo per cui Ginger esiste.

3DN: Quali sono i vostri mercati di riferimento?

Il mondo del Design, in particolare per quanto riguarda l’arredo, è sicuramente il settore in cui questa tecnologia può fare di più la differenza. Ed è già qualcosa che sta attecchendo da qualche anno. Noi ci rivolgiamo a questo settore sia come produttori di macchine che come forza manifatturiera. Difatti, quasi la totalità dei nostri macchinari venduti ad oggi é stata destinata a studi di Design e Architettura. Ovviamente, la flessibilità della stampa 3D e dei suoi materiali lascia spazio a settori che possono passare dalla pura estetica alla totale funzionalità.

3DN: I progetti più interessanti a cui avete lavorato?

Lavorando spalla a spalla con artisti e designer abbiamo la fortuna di veder nascere tanti progetti incredibili. Possiamo con piacere citare quelli che ci hanno visto coinvolti, ad esempio, nell’ultima Milano Design Week. Tra questi: la stampa delle belle e suggestive lampade Buoy, alte fino a 5 metri, del designer parigino Lucas Zito, la collaborazione con lo studio Lyla Design che sviluppa un software online per la modellazione intuitiva di oggetti d’arredo o la stampa di una particolare lacca naturale depositata da un insetto, in collaborazione con la designer Ori Orisun.

Crediti: Ginger Additive/Lucas Zito

3DN: Qualche ultima parola per i nostri lettori?

Ci teniamo a ringraziare 3Dnatives e tutti i vostri lettori. Ci auguriamo che in un futuro molto prossimo vedere una sedia o una lampada stampata in 3D, in una casa o in un bar, sia una cosa assolutamente comune!

Per maggiori informazioni su ginger Additive: QUI.

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Crediti per tutte le foto: Ginger Additive

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Pubblicato da
Nunzia A.

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