Il Freedom Payload stampato in 3D dà il via all’era dell’archiviazione dati nello spazio
La crescente domanda di archiviazione dei dati impone l’innovazione, costringendoci a guardare oltre l’atmosfera terrestre per trovare soluzioni. In una recente collaborazione, Lonestar Data Holdings Inc. e il rinomato studio di architettura danese Bjarke Ingels Group (noto anche come BIG) hanno presentato il Freedom Payload, un dispositivo di raccolta dati all’avanguardia che verrà installato sulla Luna nel corso di quest’anno. Questo dispositivo innovativo è stato realizzato con la produzione additiva, che ha consentito di migliorarne la funzionalità e la durata per resistere all’ambiente lunare.
Sulla base del successo di Independence, che ha iniziato a funzionare sulla superficie della Luna e nello spazio cislunare all’inizio di quest’anno, Freedom rappresenta un progresso monumentale rispetto al suo predecessore. Questo innovativo centro dati, dalla massa di 1 kg, servirà una vasta gamma di clienti globali, tra cui enti governativi, grandi imprese e ONG che si occupano di affari, diritti umani e cambiamenti climatici. Inoltre, servirà come terreno di prova per algoritmi di apprendimento automatico, sistemi di monitoraggio delle radiazioni, raccogliendo queste informazioni vitali dalla superficie della Luna.
Parlando degli entusiasmanti vantaggi del Freedom Payload, Lonestar ha così commentato: “Utilizzando una tecnologia avanzata di stampa 3D, BIG ha unito forma e funzione per concepire una struttura in grado di resistere alle dure condizioni della Luna, promuovendo al contempo pratiche sostenibili in ambienti extraterrestri“.
Sviluppato in collaborazione con gli architetti di BIG, il Freedom Payload trascende la prodezza tecnologica e ha anche un profondo peso simbolico. Il suo design contiene un messaggio ispiratore, realizzato sotto forma di meridiana per onorare sia l’eredità che il futuro dell’esplorazione spaziale. I suoi contorni presentano i profili dei celebri astronauti della NASA Charles Duke e Nicole Stott.
Durante il mattino lunare, viene proiettata la sagoma dell’astronauta dell’Apollo 16 Charles Duke, che simboleggia i risultati storici del programma Apollo. Nel corso della giornata, la sagoma cambia in quella dell’astronauta in pensione Nicole Stott, a simboleggiare l’inclusività delle missioni attuali e future della NASA nell’ambito del programma Artemis, che prende il nome dalla sorella di Apollo nella mitologia greca. Sottolineando il suo significato simbolico, l’amministratore delegato di Lonestar, Chris Stott, ha aggiunto: “Il Freedom Payload non è solo un centro dati, è un simbolo per tutta l’umanità di ciò che il futuro ha in serbo“.
Lonestar sottolinea che la creazione di centri dati è fondamentale in un momento in cui l’umanità passa a una società digitale con una domanda di dati in costante crescita. La superficie della Luna rappresenta una soluzione ecologica, in grado di soddisfare queste esigenze riducendo in modo significativo l’impatto ambientale sulla Terra. “Tutto ciò che facciamo nello spazio – al di fuori della Terra – è in ultima analisi a beneficio di tutta la vita sulla Terra, e i dati sono al centro di tutto. Salvando i nostri dati, salviamo il nostro mondo“, ha aggiunto Nicole Stott. Per saperne di più sul progetto, qui.
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*Cover Photo Credits: Lonestar