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Formnext 2022, il mercato della produzione additiva si consolida

Pubblicato il 21 Novembre 2022 da Nunzia A.
formnext 22

Formnext, il tanto atteso luogo di incontro per gli attori della produzione additiva ha chiuso i battenti lo scorso venerdì sera. Un’altra edizione di successo che ha stabilito nuovi record, tornando a cifre pre-COVID. Più di 800 espositori, migliaia di visitatori da tutto il mondo, innovazioni presentate ogni giorno: in breve, questo Formnext 2022 è stato una vera e propria boccata d’aria di cui il settore aveva bisogno. E se la maggior parte dei Paesi asiatici era ancora assente, d’altra parte il mercato si è evoluto e consolidato attraverso numerose partnership strategiche e collaborazioni già annunciate. Ecco il nostro bilancio di Formnext 2022!

Una delle cose che ci ha particolarmente colpito quest’anno a Francoforte è stato il numero di bracci robotici presentati negli stand degli espositori, soluzioni che consentono di accedere a volumi di stampa più imponenti e all’uso di svariati materiali. CEAD, Caracol, MX3D, Fraunhofer, Weber Additive, VLM Robotics, Meltio e ALOtec Dresden sono solo alcuni degli espositori che hanno portato questo tipo di macchine in fiera.

formnext 2022

A Formnext sono stati esposti numerosi bracci robotici (crediti fotografici: 3Dnatives)

Bracci robotici a Formnext 2022

Girando per i quattro padiglioni della fiera, spiccavano i numerosi bracci robotici che estrudono sia metalli che polimeri, spesso pezzi di grande effetto, su macchine XXL – pensiamo a produttori italiani come Breton o CMS che hanno presentato soluzioni lunghe diversi metri, attirando la curiosità di molti visitatori. Va detto che queste macchine spesso sono compatibili con diverse teste di stampa che possono essere modificate in modo semplice e rapido, ampliando così la gamma di possibilità di produzione. Emiel de Voogd, Sales Robot Extruder presso CEAD, ha spiegato: “Anche se questo è il caso per molti processi di stampa 3D diversi, i bracci robotici hanno di per sé dei vantaggi. Sono ovviamente molto flessibili, si possono cambiare le teste per la stampa 3D e per processi come la fresatura, ma anche più economici. I bracci robotici possono essere acquistati di seconda mano online per 6.000 euro e poi adattati alle esigenze dell’utente con teste diverse. Per questi motivi prevedo che continueremo a vedere una crescita dei bracci robotici. Si rivolgono a tendenze chiave, soprattutto per la stampa continua di piccole e medie tirature“.

Ci siamo anche fermati allo stand italiano di Caracol – Violetta Nespolo, Marketing and Strategy Manager, ha dichiarato: “Innanzitutto, i bracci robotici consentono una grande flessibilità di stampa. Consentono inoltre di stampare facilmente geometrie molto complesse. Ad esempio, i nostri bracci robotici possono stampare con un angolo di 45° per creare strutture cave. Un altro aspetto positivo è l’uso dei pellet come materiale di stampa. Questo ci permette di lavorare con un’ampia varietà di materiali e di sperimentare nuove formule. Inoltre, l’uso dei pellet promuove un’economia circolare: possono essere ottenuti triturando gli scarti e i rifiuti dei clienti, oppure acquistando materiali da fonti riciclate.” Quindi c’è un vantaggio in termini di geometria, forma e dimensioni, ma anche un vantaggio significativo sul lato dei materiali, dove vediamo ancora una volta l’importanza della sostenibilità e del rispetto per il nostro ambiente, una tendenza già ampiamente osservata a Formnext 2021.

Crediti foto: Mesago/Marc Jacquemin

Inoltre, è interessante vedere che alcune delle startup presenti a Formnext 2022 hanno scelto bracci robotici per sviluppare le loro innovazioni, come la startup Rivelin Robotics e il suo sistema di post-elaborazione, o il produttore di estrusori REV3RD. Di quest’ultima, abbiamo incontrato il fondatore Alessandro Torre, che ci ha detto: “Perché sempre più aziende utilizzano bracci robotici per la stampa 3D? Innanzitutto la tecnologia permette di ottimizzare la quantità di materiale utilizzato, soprattutto quando parliamo di pezzi di grandi dimensioni che richiedono grandi quantità di materiale. Inoltre, si ha una scelta abbastanza ampia di materiali che permette di utilizzare quello più adatto alle proprie esigenze, nonché di stampare forme complesse e dettagli precisi. E poi, non da meno… È la tecnologia del futuro! C’è ancora molto da scoprire e inventare, e questa è la parte più interessante!“.

Verso la consolidazione del mercato

Il settore della produzione additiva è un ecosistema che si basa su collaborazioni lungo tutta la sua catena del valore: i chimici lavorano con i produttori di macchine, gli OEM con gli sviluppatori di soluzioni 3D e così via. Il mercato si muove chiaramente verso l’industrializzazione e per raggiungere il pieno potenziale in questo senso gli attori stanno stringendo sempre più partnership strategiche. Si tratta di un fenomeno che va avanti da qualche anno, ma nel 2022 c’è stato un picco significativo, con molti annunci fatti durante la fiera.

Formnext bilancio

Crediti foto: Mesago/Mathias Kutt

Più nel dettaglio, le partnership strategiche tra produttori di stampanti 3D e gli sviluppatori di macchine per la post-elaborazione, come quelle tra AMT e HP o DyeMansion e Nexa3D, dimostrano che il mercato è alla ricerca di soluzioni end-to-end. L’idea è quella di poter contare su macchine che raggiungano alti livelli di produttività. Kevin McAlea, COO di Nexa3D, spiega: “È stato naturale per noi siglare questa partnership con DyeMansion, leader nelle soluzioni automatizzate di post-processing per la sinterizzazione delle polveri, in modo che i nostri clienti industriali possano trarre vantaggio dalle capacità di produzione end-to-end e ridurre i costi“.

Per quanto riguarda i materiali, le collaborazioni tra gli operatori del mercato stanno diventando sempre più numerose. Ad esempio, alcune soluzioni del gigante Stratasys sono ora aperte all’uso di materiali sviluppati da Kimya, Victrex o Covestro. E se torniamo all’idea di sostenibilità e di materiali più rispettosi del nostro pianeta, la collaborazione tra Thought3D, LEHVOSS Group, Ultimaker e Aquafil è particolarmente interessante. Insieme hanno sviluppato un PA6 completamente riciclabile.

Verso l’industria 4.0

Infine, un altro punto chiave di Formnext 2022 è stato ovviamente il desiderio di industrializzazione e automazione dei processi, verso un’Industria 4.0. Molti espositori e partecipanti ci hanno confermato che vogliono sviluppare e trovare soluzioni che soddisfino queste aspettative. L’obiettivo è raggiungere livelli di produttività ancora più elevati, riducendo al contempo l’intervento umano. Basti vedere il numero di robot presenti in fiera, in grado di rimuovere il vassoio da una stampante 3D e di posizionarne un altro in modo che la macchina possa funzionare senza interruzioni.

Formnext bilancio

Crediti foto: Mesago/Mathias Kutt

Ovviamente ci sono ancora alcuni passi da fare prima di poter automatizzare completamente i processi di produzione additiva e non vediamo l’ora di vedere come sarà il mercato tra 5 anni. Nel frattempo, vi aspettiamo a Formnext 2023, che si terrà dal 7 al 10 novembre a Francoforte.

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*Crediti foto copertina : Mesago/Mathias Kutt

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