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ENEA mette a punto una biostampante 3D per accelerare la ricerca sui tumori

Pubblicato il 21 Marzo 2024 da Nunzia A.

Il 3D Bioprinting, o biostampa 3D, si sta sviluppando sempre più velocemente. In Italia e nel mondo sono tante le applicazioni di questa tecnologia, utilizzata soprattutto nella ricerca medica per poter accedere ad una medicina personalizzata nell’immediato futuro. Organi, tessuti, cellule stampate in 3D… le potenzialità di questo processo innovativo sono tante, dalla possibilità di poter sopperire alla mancanza di donatori di organi, all’affinamento delle cure per patologie ad oggi ancora sfidanti.

È degli ultimi giorni la notizia che l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), con sede a Roma, ha messo a punto una biostampante 3D a basso costo per accelerare la ricerca sui tumori. Denominata BioVERVE questa macchina è in grado di riprodurre modelli in 3D di tumori, con l’obiettivo di portare avanti la ricerca di nuove terapie oncologiche.

La ricercatrice Francesca Antonelli e la biostampante 3D BioVERVE di ENEA.

La biostampante 3D BioVERVE di ENEA

La decisione di ENEA di optare per una biostampante 3D a basso costo nasce nel fatto che questa tecnologia e le macchine professionali in commercio hanno dei costi talvolta proibitivi. Ma ciò non ha impedito ai ricercatori di cercare una soluzione per sfruttare la biostampa 3D e le sue enormi potenzialità nella lotta ai tumori, e in particolare ai tumori pediatrici. “Sebbene negli ultimi dieci anni ci sia stato un incremento significativo nell’utilizzo di modelli 3D da parte dei ricercatori impegnati nella lotta contro il cancro, l’impatto è stato limitato dai costi elevati delle biostampanti professionali in commercio (tra i 50 e 200 mila dollari). Ecco, quindi, la nostra idea di trasformare una stampante 3D a basso costo in una biostampante 3D home-made in grado di stampare con ottimi risultati un modello tridimensionale di medulloblastoma, il principale tumore cerebrale pediatrico“, spiega Francesca Antonelli, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Tecnologie biomediche.

La biostampante 3D è stata realizzata in collaborazione con l’azienda toscana Kentstrapper Srl e, secondo i ricercatori, le sue prestazioni sono paragonabili a quelle di una biostampante professionale, permettendo loro di ottenere strutture cellulari tridimensionali con precisione e rapidità di stampa (poche decine di secondi per costrutto).

I benefici del 3D Bioprinting nella ricerca medica

Uno dei benefici principali dell’uso del 3D Bioprinting nella ricerca per lo sviluppo di nuove cure è la possibilità di testare i medicinali non più sugli animali, ma su cellule e strutture umane che la stampante è in grado di replicare. “Rispetto alle tradizionali culture in vitro, i modelli 3D biostampati sono in grado di mimare in maniera più efficace il tessuto umano, sano o patologico, fornendo un modello complementare per studi sugli effetti delle radiazioni e delle terapie chemioterapiche sui tumori”, continua la ricercatrice.

La biostampante 3D è in grado di replicare tessuti umani e tumori su cui i ricercatori ENEA testano farmaci e cure.

Attualmente, nonostante gli enormi progressi nel campo, c’è ancora una netta discrepanza tra i test effettuati in laboratorio e le cure effettivamente proposte ai pazienti. Ciò è dovuto al fatto che è molto complesso riprodurre modelli che replichino fedelmente la complessità del contesto clinico. Ecco perché, secondo i ricercatori di ENEA, è fondamentale investire nella ricerca e nel rendere accessibile il più possibile la preziosa tecnologia della biostampa 3D. Questa potrebbe cambiare il modo in cui oggi numerose patologie vengono trattate, garantendo l’accesso a cure specifiche e mirate per ogni paziente, testate in fase pre-clinica per garantire percentuali di successo sempre maggiori. Il processo di progettazione e realizzazione della biostampante 3D BioVERVE e l’analisi comparativa delle prestazioni di una biostampante home-made rispetto ad una professionale sono disponibili: QUI.

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Crediti per tutte le foto: ENEA

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