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Elon Musk consentirà la riproduzione umana su Marte grazie alla stampa 3D

Pubblicato il 1 Aprile 2025 da Elisa L.

No, non si tratta della nuova trama di un altro avvincente e intricato film di Christopher Nolan. Il 31 marzo, Elon Musk, il famoso magnate americano, noto ormai per il suo ingresso a gamba tesa nella politica americana, ha presentato un programma dalla durata di 25 anni per finalizzare l’arrivo dell’uomo sul Pianeta Marte. Il programma prende il nome di Elon MARS. Sono quattro le altre aziende coinvolte, tra cui il produttore di bioinchiostri Bio Poisson Ravil.

Tra i 12 punti contenuti nel programma presentato oggi allo SpaceX Starbase, che include aspetti come la preparazione atletica dei futuri coloni e la costruzione di infrastrutture abitative e agricole nello spazio, viene menzionato anche l‘uso della stampa 3D per la creazione di uteri artificiali, progettati per supportare la crescita degli embrioni anche in condizioni di microgravità. La notizia è stata lanciata sul canali X da Elon Musk stesso e riportata da Bio Poisson Ravil.

Elon Musk è convinto dei vantaggi della produzione additiva già da diversi anni.

Le aziende in gioco

Come precedentemente accennato, il programma Elon MARS illustra nel dettaglio gli step necessari per garantire la sopravvivenza e la permanenza dell’uomo nello spazio. Cinque aziende hanno aderito al progetto, ciascuna con un ruolo specifico nella colonizzazione di Marte: SpaceX si occuperà della costruzione delle navicelle spaziali, Neuralink svilupperà interfacce cervello-computer per il monitoraggio avanzato, Matui Kinisesi, società giapponese specializzata in incubatori neonatali, creerà gli strumenti che custodiranno gli uteri artificiali, mentre Gestation Rights curerà gli aspetti legali e bioetici del progetto. Infine, Bio Poisson Ravil fornirà i biomateriali e le biostampanti utili per la creazione degli uteri artificiali. Elon Musk ha dichiarato su X: “Entro 20 anni, un milione di persone metterà piede su Marte”.

Il processo di creazione di Womb Zero, l’utero stampato in 3D

All’interno del programma Elon MARS viene spiegato dettagliatamente il processo di creazione degli uteri artificiali stampati in 3D per permettere la colonizzazione di Marte. La relizzazione di Womb Zero, dalla fase di progettazione sino alla sua prima gestazione, è prevista per il 2036. Il tutto inizia con la progettazione e modellazione digitale di quello che viene chiamato Womb Zero, ossia l’utero genitore all’interno della quale si sperimenterà la gestazione artificiale. Il team di scienziati di Bio Poisson Ravil crearerà un modello dettagliato dell’organo volto a riprodurre fedelmente la struttura biologica dell’utero umano, inclusi la parete uterina con la rete di vasi sanguigni, l’endometrio.

Una volta definito il modello, si passerà alla fase di bioprinting. Bio Poisson Ravil fornirà bioinchiostri avanzati, composti da cellule staminali e materiali biocompatibili altamente resistenti alle condizioni estreme dello spazio. Questi verranno depositati strato dopo strato dalla biostampante 3D BPA G8, soluzione proprietaria dell’azienda, per ricreare con precisione la struttura uterina. Successivamente avrà inizio la raccolta di spermatozoi e ovociti da un campione di cittadini americani selezionati in base a caratteristiche genetiche che Musk considera “ideali”. Tra questi criteri rientrano un’elevata resistenza agli antibiotici, un quoziente intellettivo elevato e una longevità ereditaria superiore alla media nazionale. Una volta selezionati i migliori speramtozoi e ovociti, Womb Zero subirà un processo di inseminazione intrauterina e verrà custodito all’interno delle incubatrici della società giapponese Matui Kinisesi per testarne la gestazione.

Un’immagine rappresentativa di quella che sarà l’estrusione di Womb Zero tramite la stampante proprietaria di Bio Poisson Ravil, la BPA G8.

Womb Zero sarà sottoposto a test biologici continui, con un monitoraggio dettagliato di ogni fase dello sviluppo fetale. Il Dott. Richard Codrobiu, ricercatore dell’azienda Bio Poisson Ravil, afferma: “Se la tecnologia si dimostrasse efficace, gli uteri artificiali potrebbero consentire la riproduzione umana su Marte, riducendo i rischi legati alla gravidanza in condizioni spaziali e garantendo la continuità della specie“.

Criticità del progetto

Sebbene ambizioso, il progetto solleva non poche questioni etiche e legali che dovranno essere affrontate prima della effettiva approvazione. Inanzitutto, SpaceX dovrà realizzare delle navicelle spaziali che effettivamente arrivino su Marte entro i 25 anni proposti dal programma. Il programma Elon MARS prevede il lancio della prima navicella non prima del 2040. Oltre a rispettare i rigidi protocolli della NASA per l’esplorazione spaziale, dovrà garantire condizioni di sicurezza tali da permettere ai primi coloni di raggiungere Marte senza rischi.

Inoltre, un altro problema è legato all’eticità della creazione di uteri stampati in 3D che ha già sollevato aspre critiche da parte dell’associzione antiabortista We Fight for the Right of Life, facendo partire una raccolta firme per l’abolizione del progetto. Tuttavia, Elon Musk risponde alle feroci critiche affermando, durante una registrazione del podcast di Joe Rogan, che non è Womb Zero la vera minaccia, quanto piuttosto il calo del tasso di natalità, che egli considera “la radice della debolezza della moderna civiltà occidentale”. Non resta dunque che restare sintonizzati sul profilo X di Space X e attendere gli ulteriori sviluppi del programma Elon  MARS. Per saperne di più clicca QUI.

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*Tutte le foto sono state generate grazie a uno strumento di intelligenza artificiale.

Su 3Dnatives non può mancare il pesce d’aprile! Questo articolo era soltanto un piccolo scherzo per l’occasione: sebbene i progressi nel campo del 3D bioprinting siano impressionanti, è improbabile che Elon Musk riesca a colonizzare Marte con uteri artificiali.

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