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DMZ Engineering: come migliorare le prestazioni di un’auto da corsa con la produzione additiva

Pubblicato il 5 Settembre 2022 da Nunzia A.
DMZ Engineering

DMZ Engineering è un’azienda italiana che progetta, testa e sviluppa componenti meccanici ed elettronici per il settore automobilistico, in particolare per le auto da corsa. Fondata nel 2018, l’azienda si avvale fin dalla sua creazione della stampa 3D, che le consente di realizzare geometrie prima impensabili e di sfruttare tutti i vantaggi della produzione additiva. L’azienda ha puntato sulla tecnologia Multi Jet Fusion di HP per la produzione di alcuni componenti della sua ultima auto da corsa, una Abarth 695. Grazie alle stampanti HP, sono stati creati un nuovo collettore di aspirazione ed un nuovo intercooler, che hanno consentito di migliorare le prestazioni del motore e di tutta la sua fluidodinamica.

Prima di passare alla tecnologia Multi Jet Fusion di HP, il team di DMZ Engineering ha testato svariati processi di stampa: l’applicazione di filamenti plastici in PLA per progettare i prototipi e la sinterizzazione delle polveri per produrre gli stampi, che si sono dimostrati fondamentali nella progettazione di un Airbox per il motore di una Honda cbr 600 rr montato su un’auto da formula. Questo componente, assicurando un’adeguata miscela di aria e carburante e di conseguenza il corretto funzionamento del motore, è stato fondamentale per un sensibile aumento di performance del motore. Grazie alla tecnologia SLS, DMZ Engineering ha realizzato diversi stampi per la realizzazione del pezzo finale in alluminio fuso.

DMZ Engineering ha utilizzato la tecnologia Multi Jet Fusion di HP su una Abarth 695 (crediti foto: DMZ Engineering)

La scoperta della tecnologia MJF

L’obiettivo era quello di progettare un nuovo collettore di aspirazione per la Abarth 695 e di riuscire a proporre un’interazione ancora più performante. Con le stampanti HP è possibile ottenere pezzi affidabili e precisi, puntando sulla ripetibilità del processo di stampa. DMZ Engineering vende i suoi collettori di aspirazione nei negozi ormai da un anno ed è in grado di offrire una soluzione affidabile ed efficiente. Andrea Mucci e Pasquale Zanfini, proprietari e fondatori dell’azienda, affermano infatti: ” Questa è una delle prime applicazioni di una parte strutturale e relativa alle prestazioni per un’auto da corsa mai realizzata con questa tecnologia e ne siamo molto orgogliosi, lo testimoniano i risultati che abbiamo ottenuto, che sono davvero ottimi. Abbiamo vinto per due anni il campionato Time Attack Italia nella classe Pro3000 con una Abarth 695 del team Old School Garage, utilizzando questo collettore di aspirazione e molti altri componenti progettati dalla nostra azienda“.

DMZ Engineering si affida alla tecnologia HP per la sua auto da corsa

I team dell’azienda italiana stanno attualmente lavorando su una Abarth 695 da corsa e vogliono integrare nuovi pezzi stampati in 3D oltre al collettore di aspirazione che è già stato montato sulla vettura da più di un anno. Parliamo nello specifico di un intercooler ibrido con le culatte di ingresso e di uscita stampate in 3D con PA12.

Collettore di aspirazione DMZ Engineering (Crediti foto: DMZ Engineering)

Secondo DMZ Engineering, il nuovo collettore è in grado di sviluppare una portata sensibilmente superiore rispetto al componente originale a parità di salto di pressione. Andrea Mucci aggiunge: “Siamo in grado di aumentare le prestazioni del motore del 15/20% nelle stesse condizioni di temperatura e pressione di aspirazione rispetto ai componenti originali“. Il risultato è un miglioramento delle prestazioni della Abarth 695, aspetto davvero cruciale nelle corse automobilistiche.

Per quanto riguarda l’intercooler, è ancora in fase di collaudo ma il team DMZ Engineering è molto fiducioso: “Grazie alla tecnologia additiva, siamo in grado di inserire all’interno delle culatte una serie di deviatori di flusso che ottimizzano appunto il flusso di aria in entrata nella massa radiante, migliorando in questo modo lo scambio termico che permette all’aria che entra nel motore di raffreddarsi molto di più.” Questo è in realtà uno dei vantaggi più interessanti della stampa 3D, ovvero la capacità di progettare geometrie molto più complesse. L’azienda ha potuto immaginare tutte le forme possibili, liberandosi da molti dei vincoli della produzione tradizionale.

dmz engineering

Usando la stampa 3D l’azienda ha potuto progettare geometrie complesse (Crediti foto: DMZ Engineering)

Al di là della complessità geometrica, grazie alla tecnologia HP, DMZ Engineering ha guadagnato in termini di flessibilità: in pochi giorni, l’azienda è in grado di adattare uno dei suoi componenti, aggiungere un logo, cambiarne le dimensioni, ecc. Non è necessario riprogettare uno stampo in fonderia e attendere che sia pronto. Infine, i team possono contare su tempi di produzione più brevi, evitando i costi di stoccaggio. In soli 3 giorni è possibile ottenere componenti stampati in 3D precisi ed efficienti. Ad esempio, il collettore di aspirazione non richiede alcun post-processing e può essere assemblato direttamente dopo la stampa.

Andrea Mucci conclude: “Con i nostri prodotti, abbiamo dimostrato che la produzione additiva può essere utilizzata per componenti più complessi e strutturali, come un airbox o un intercooler. Ovviamente al momento è impensabile utilizzare questa tecnologia per produzioni di massa, poiché i lotti di produzione sono troppo piccoli rispetto a quelli tradizionali. Ma per una produzione limitata, come quella di un’auto da corsa o di una supercar, ad esempio, questa potrebbe essere una soluzione molto competitiva, soprattutto quando la forma del prodotto comporta parecchi vincoli“.

Per saperne di più sulla tecnologia di stampa 3D di HP, clicca QUI.

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