Grazie ai recenti progressi tecnologici ottenuti per i materiali e i processi produttivi, l’industria della produzione additiva sta continuando a crescere significativamente sotto ogni punto di vista. Infatti, alcuni studi dimostrano che la stampa 3D sta attualmente riscuotendo un successo via via sempre maggiore, venendo incorporata e consolidata da diversi settori applicativi. In questo contesto molte aziende si stanno impegnando a sviluppare nuove e innovative tecnologie di post-processing, fase del processo di stampa 3D che sta diventando sempre più importante. Tra queste c’è AMT PostPro, azienda fondata nel 2017 e specializzata in sistemi di post-elaborazione per componenti stampati in 3D. Il principale obiettivo dell’azienda è quello d’incentivare l’adozione di questa tecnologia, non solo per migliorare le prestazioni applicative, ma anche per rendere scalabile la produzione industriale. Per ottenere maggiori informazioni sulla tecnologia brevettata da AMT e sul suo punto di vista circa lo stato attuale del settore industriale della produzione additiva, abbiamo parlato con il fondatore e CEO di AMT PostPro.
Joseph Crabtree
Mi chiamo Joseph Crabtree e sono il CEO e fondatore di AMT. La scienza dei materiali è la mia professione, che sembra sia tra l’altro curiosamente e comunemente condivisa fra i top manager delle aziende di stampa 3D attuali. Prima di fondare AMT ho lavorato nel mondo della produzione tradizionale, come lo stampaggio a iniezione, la lavorazione CNC, la forgiatura, ecc. Quando ho iniziato l’attività con AMT nel 2017, stavo cercando di capire come la stampa 3D potesse essere applicata ai metodi convenzionali. Abbiamo capito subito che davanti a noi c’era l’opportunità di trasformare la stampa 3D in una tecnologia produttiva praticabile, bisognava solo capire come farlo. In quel periodo il vero il fulcro del settore era rappresentato dal fatto che molte aziende si stavano focalizzando sulle stampanti, e sull’aumentare sempre di più il numero di materiali compatibili. Tuttavia, c’era una questione di cui nessuno parlava: la fase successiva al processo di stampa. Ci sembrava, a me e al team AMT, che ciò rappresentasse l’opportunità da cogliere per creare un’azienda che andasse in quella direzione e che cercasse di fornire una soluzione al problema.
In genere ci concentriamo sui polimeri termoplastici, in particolare sui materiali plastici progettati per i processi a letto di polvere. Questa tecnologia è quella che si sta davvero industrializzando attualmente. Le aziende che cercano di produrre grandi quantità industriali usando la produzione additiva si stanno rivolgendo ai polimeri termoplastici e alle tecnologie a letto di polvere. Attualmente questi materiali sono il nostro obiettivo principale, ma abbiamo anche brevetti e diritti di proprietà intellettuali su metalli e polimeri termoindurenti. Forse presto anche tali materiali si svilupperanno fornendo nuove opportunità. Detto ciò, la nostra mission si focalizza sul post-processing di tutti i componenti stampati in 3D.
Lavoriamo con una vasta gamma di clienti che provengono da diversi settori e aree geografiche. Da piccoli uffici di servizi a grandi multinazionali di prim’ordine. Il nostro portfolio di prodotti e tecnologie ci permette di adattarci a qualsiasi tipo di esigenza.
Crediti foto: AMT
Per rimuovere la polvere e rifinire le superfici sono necessarie alcune fasi obbligatorie. Ogni processo richiede una successiva pulizia dei componenti, che precede il nostro processo principale, cioè il processo di levigatura a vapore chimico (Vapor Smoothing) PostPro SF per la finitura delle superfici. Si comincia con la levigatura a vapore chimico, che trasforma i modelli stampati direttamente dalla stampante in componenti che hanno l’aspetto, il tatto e le prestazioni di un elemento ottenuto mediante stampaggio a iniezione. Grazie al successo di questa tecnologia, ci siamo resi conto che anche prima della levigatura era necessaria una pulizia profonda, ma non esistevano soluzioni adeguate. Ecco perché AMT ha sviluppato le sue proprie soluzioni di post-elaborazione. Ci auguriamo che in futuro ci focalizzeremo sulla produzione additiva in grandi volumi.
Da sempre crediamo che l’unico modo per rendere praticabile la stampa 3D e la produzione additiva sia ridurre la necessità di manodopera eliminando tutte le fasi manuali. E ciò non si riferisce solo alla post-elaborazione, ma anche alla produzione dei materiali, alla stampa e alla combinazione dell’intero processo. Ecco perché abbiamo creato un Sistema di Produzione Digitale (DMS), cioè un flusso di lavoro end-to-end. Anche se vendiamo la nostra tecnologia in formato modulo singolo, il nostro obiettivo è l’automazione completa di questo flusso di lavoro end-to-end. Le aziende negli Stati Uniti, in Europa e in Asia lo stanno già usando. Se poi diamo uno sguardo alla produzione tradizionale, non sorprende il fatto che il flusso di lavoro sia completamente automatizzato dall’inizio alla fine. Anche la stampa 3D sta seguendo lo stesso percorso.
Una delle sfide più grandi rimane la formazione. Cinque anni fa, quando AMT ha iniziato la propria attività, nessuno sapeva cosa fosse il post-processing. Oggi è diventato un argomento di discussione, il che è fantastico. Certo, molti vedono ancora la stampa 3D come una tecnologia semplicissima, una modalità produttiva che richiede solo d’inserire del materiale in una stampante. Pertanto è necessario educare il mercato e gli utenti in generale a conoscere e capire questa tecnica produttiva.
Crediti foto: AMT
Una delle sfide maggiori del nostro settore è quella di incorporare hardware, software, materiali o processi in un unico sistema senza soluzione di continuità. In qualsiasi altro settore capita poco che si comprino cinque differenti prodotti da aziende diverse e si tenti di combinarli tra loro. Inoltre, è necessario fare affidamento a tantissimi requisiti diversi per guidare in modo corretto l’adozione di questa tecnologia, anche in mercati esigenti come quello aerospaziale, medico, ecc. In questi ambiti esiste già una quantità significativa d’informazioni che riguardano la produzione e la certificazione dei materiali. Quando si tratta di post-processing, però, siamo in un buco nero. Ecco perché ci impegniamo molto con ASTM, ad esempio, per aiutare a stabilire delle norme che consentano di ottenere delle specifiche ben definite anche per questa tipologia di processi.
Come ho detto prima stiamo lavorando soprattutto sul concept di un sistema automatizzato end-to-end. Ma quest’anno lavoreremo a due grandi progetti. Innanzitutto con un’azienda statunitense chiamata Custom Color, che ha sviluppato un nuovo prodotto basato su pezzi personalizzati in grossi volumi. Svilupperemo e predisporremo delle linee produttive end-to-end. Si tratta di decine di stampanti 3D industriali, e stiamo automatizzando l’intero flusso di lavoro: dalla produzione all’imballaggio, senza dimenticare la consegna del prodotto finito al cliente.
C’è poi un altro grande progetto su cui stiamo lavorando che è strettamente legato al settore automobilistico. Si tratta di un sistema AMT completo che include tutto il decapaggio e la pulizia dei pezzi, compresa la depolverizzazione, la levigatura a vapore chimico, la colorazione, la cernita e il controllo. Un sistema che consegneremo ai nostri clienti del settore automobilistico entro la fine del 2022, e che è il fruttuoso risultato di sei anni di R&S.
Crediti foto: AMT
A mio avviso, nei prossimi anni la stampa 3D dovrebbe concentrarsi sull’aspetto produttivo. Quando arriveremo al punto in cui la stampa 3D non sarà più una novità, avremo ottenuto un ottimo risultato. E quando raggiungeremo un livello in cui essa verrà combinata e incorporata per essere usata come qualsiasi altra tecnologia produttiva negli stessi tipi di fabbriche che attualmente non la prevedono, allora vorrà dire che avremo raggiunto il nostro obiettivo.
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