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Gli aerei della RAF vengono trasformati in polveri metalliche per stampare in 3D nuove parti per l’areonautica

Pubblicato il 18 Febbraio 2025 da Elisa L.

La Royal Air Force ha appena rivelato un’interessante collaborazione nata con Rolls-Royce nella quale è previsto l’uso della produzione additiva. Insieme, hanno partecipato all’iniziativa Tornado 2 Tempest, che prevede il riciclaggio di parti di ricambio di jet da combattimento obsoleti per trasformarli in polveri stampabili in 3D. Dopo un processo di pulizia e atomizzazione delle parti, la polvere può essere utilizzata per ricreare le componenti del nuovo motore Orpheus, parte del programma Future Combat Air System (FCAS). Le parti riciclate sono state scelte perchè contenenti il titanio, un metallo particolarmente ricercato nel settore aerospaziale per la sua leggerezza, forza, bassa tossicità ed elevata resistenza alla corrosione.

Molte industrie stanno cercando di ridurre la loro impronta ecologica e la loro dipendenza da catene di fornitura complesse. La produzione additiva sembra essere lo strumento perfetto per superare alcune di queste sfide, in quanto consente una produzione locale e su richiesta, riducendo al contempo la quantità di rifiuti prodotti. Inoltre, la tecnologia può anche ridurre il peso dei pezzi progettati, aumentandone la resistenza e abbassando il costo finale. Sulla carta, quindi, sembra la tecnologia perfetta per creare gli aerei di domani. Nella pratica è più complesso di così, ma gli sviluppi sono promettenti.

Alcuni componenti dei vecchi jet da combattimento Tornado vengono atomizzati in polveri metalliche che possono essere sfruttate nella produzione additiva.

Rolls-Royce sfrutta la produzione additiva per progettare l’Orpheus

Rolls-Royce sta lavorando da tempo alla sua gamma Orpheus: si tratta di motori a doppio flusso di piccole dimensioni e relativamente economici, destinati al mercato della difesa. Soprattutto, questo progetto ha permesso all’azienda di introdurre nuove pratiche di lavoro e di testare altri metodi di produzione, come l’Additive Manufacturing. I test già condotti dall’azienda britannica sono stati effettuati su motori che includono parti stampate in 3D. L’obiettivo finale è quello di poter progettare tutti i componenti principali utilizzando la produzione additiva.

La partecipazione al progetto Tornado 2 Tempest segna un nuovo sviluppo per la produzione additiva. L’idea principale è quella di utilizzare le parti e le componenti obsolete e inutilizzabili del Ministero della Difesa britannico e di riciclare i metalli che li compongono. Si tratta principalmente di alluminio, acciaio e titanio. Atomizzando queste parti in polveri, i team sono riusciti a ottenere materiali per la produzione additiva dei metalli. Ad esempio, Rolls-Royce ha prodotto un’ogiva, chiamata anche carenatura di carico utile, e delle pale dei compressori aerei, ottenute da vecchie pale provenienti dai compressori di motori aeronautici a reazione.

Thomas Powell, Senior Commercial Manager di DRDT che si occupa del riciclaggio strategico e sottomarino, conclude: “Questa soluzione non solo riduce il costo e l’onere dell’approvvigionamento di metalli critici e di alto valore, ma produce anche componenti più leggeri, più resistenti e più durevoli di quelli prodotti con le tecniche di forgiatura tradizionali, migliorando la sostenibilità e l’efficienza complessiva del Ministero della Difesa.”

I vari team del progetto, composti da un totale di 80 persone, hanno installato l’ogiva stampata in 3D su un motore di prova e i risultati sono stati molto positivi. Hanno dimostrato che il pezzo è sicuro e affidabile. Resta ora da vedere se altri componenti del motore verranno stampati in 3D utilizzando le polveri riciclate. Nel frattempo, è possibile avere più informazioni riguardanti l’iniziativa QUI.

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*Crediti per tutte le foto: Royal Air Force

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