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L’Additive Manufacturing per creare le città bio-inclusive del futuro

Non è una novità che le persone si stiano allontanando sempre più dalla natura, preferendo abitare in città o in luoghi più urbanizzati. Le conseguenze di questo fenomeno, ormai consolidato, sono il sovrappopolamento, l’inquinamento e tutta una serie di problematiche che influiscono negativamente sulla qualità di vita delle persone.

Molti hanno provato ad immaginare una soluzione a tutto ciò, pensiamo al bosco verticale di Milano che è un perfetto esempio di una nuova architettura della biodiversità, che pone al centro non più solo l’uomo, ma il rapporto tra l’uomo e altre specie viventi. Tra queste iniziative, che purtroppo non sono molto numerose, c’è il lavoro della startup Urban Reef che studia, progetta e produce habitat destinati all’ambiente urbano che incoraggiano la crescita e la diversità di più specie. Come lo fanno? Attraverso la stampa 3D di “reef”, prototipi realizzati con materiali organici, “viventi”.

Città bio-inclusive: realtà o utopia?

Alla base del progetto di Urban Reef, come la stessa startup sostiene, c’è la convinzione che “per vivere in armonia con l’ambiente che ci circonda, dobbiamo dare più spazio alla natura e alla naturalezza, sia esternamente che nel nostro modo di pensare.” A tal fine, le città vengono considerate come paesaggi viventi e immaginate popolate di reef.

In particolare questi prototipi sono creati con algoritmi e stampati in 3D con materiali “viventi” che trattengono l’acqua, offrendo una serie di microclimi che si integrano con gli ambienti urbani e i climi estremi. In questo modo forniscono microrifugi e un ambiente ideale per la proliferazione di specie urbane, aumentando la biodiversità. Ad esempio, Rain Reef è stato stampato in 3D con un materiale poroso prodotto da una miscela di semi, fondi di caffè e micelio, può dunque assorbire acqua piovana, diventando accessibile alla vegetazione che cresce all’esterno.

La struttura Rain Reef: l’umidità dell’aria è in grado di attraversare il materiale e coltivare l’ambiente ideale per la crescita dei funghi, dando così vita alla struttura.

La stampa 3D con materiali naturali

Queste strutture sono frutto di studi approfonditi sui materiali e sul design. Per realizzarle, la startup Urban Reef ha sperimentato a lungo materiali naturali per la stampa 3D, tra cui micelio, draga fluviale, conchiglie marine e argilla, servendosi della stampante 3D Delta Clay di WASP. Il loro obiettivo è comprendere le proprietà e le potenziali applicazioni di questi materiali per creare prototipi più sostenibili ed efficienti nel contesto della città bioinclusiva.

La ricerca sulla biorecettività si concentra sul ruolo che i materiali, le forme e le condizioni fisiche giocano nella creazione di comunità di organismi fiorenti. In tal senso, l’uso delle tecnologie di stampa 3D si rivela fondamentale: il design computazionale permette di creare strutture complesse, mentre la stampa 3D è essenziale per produrre rapidamente prototipi fisici da testare e perfezionare.

In questo contesto l’Additive Manufacturing si conferma una tecnologia del futuro e per il futuro. Il progetto sviluppato da Urban Reefs è davvero promettente e spinge a immaginare ed esplorare nuovi spazi urbani basati su sostenibilità e responsabilità ambientale, due esigenze fortemente sentite dalla società odierna.

Cosa ne pensi dell’uso della stampa 3D per città più bio-inclusive? Faccelo sapere lasciando un commento sui nostri canali social FacebookLinkedin. Trovi tutti i nostri video su YouTube! Non dimenticare di iscriverti alla nostra Newsletter settimanale per ricevere tutte le notizie sulla stampa 3D direttamente nella tua casella di posta!

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Pubblicato da
Nunzia A.

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