Due anni dopo aver testato l’S7, è il turno dell’UltiMaker S8 di essere testata. Se non avete ancora letto la nostra recensione dell’S7, vi invitiamo a dare un’occhiata QUI , perché l’S8 è la logica continuazione di quest’ultima.
Quando vedi per la prima volta l’S8, hai subito una sensazione di déjà vu. E per una buona ragione: esternamente, nulla è cambiato rispetto all’S7. Stesse dimensioni, stessa finitura, stesse porte, stesso schermo, stessi accessori. Le uniche differenze visibili all’occhio esperto:
La UltiMaker S8 è, dal punto di vista hardware, una S7. Stesso telaio, stessa meccanica, stesso sistema di letto magnetico con foglio flessibile, stessi motori. Le vere differenze sono invisibili a occhio nudo: si trovano sul circuito stampato, e in particolare nel firmware integrato, che è stato ampiamente rielaborato per aumentare la velocità di stampa senza compromettere la qualità.
Quindi non faremo qui un test completo come se tutto fosse una macchina del tutto nuova, perché, come avrete capito, non lo è. Per tutto ciò che riguarda maneggevolezza, installazione ed ergonomia, vi rimandiamo al test della S7, che è ancora perfettamente valido e pertinente.
Ma attenzione, questa osservazione non è una critica. Al contrario.
L’UltiMaker S8 assomiglia visivamente all’S7.
Dal 2019, con l’introduzione della S3 e poi della S5, UltiMaker ha adottato un’architettura hardware comune per tutte le sue stampanti professionali. La S6, la S7, la S8 e persino la Factor 4 condividono una base tecnica molto simile, con molti componenti identici o compatibili. Questo offre due vantaggi principali:
In un contesto professionale, questa continuità tecnica è inestimabile. Non solo riduce al minimo i tempi di inattività in caso di problemi hardware, ma consente anche la standardizzazione di un parco macchine senza la necessità di molteplici riferimenti, strumenti o procedure di manutenzione. Una scommessa sicura, quindi, anche se implica una forma di conservatorismo tecnico.
Cosa offre in realtà questa S8? Un significativo incremento delle prestazioni, reso possibile dal nuovo firmware; un kit Print Core riprogettato; e miglioramenti software a Cura e Digital Factory. Niente di rivoluzionario, ma un’evoluzione ben calibrata, in linea con quanto UltiMaker offre da anni: affidabilità, precisione e un ambiente software solido.
La S8 utilizza lo stesso estrusore della Factor 4.
A differenza della S7, che includeva tre Print Core (due AA e una BB), la S8 ne offre solo due, come la S6. Ma la coppia inclusa è più strategica: un Print Core AA+ per dettagli fini e stampe classiche, e un Print Core CC+ per materiali rinforzati, abrasivi o compositi.
La stampante utilizza ancora lo stesso tipo di hotend intercambiabili denominati “Print Core”, ma introduce una nuova versione + che beneficia di una velocità di estrusione più elevata.
Troviamo quindi una configurazione più orientata alle prestazioni hardware e alla flessibilità industriale. Laddove il BB è stato spesso sottoutilizzato, UltiMaker si adatta alla realtà degli usi professionali, attraverso le sue analisi statistiche basate su dati di utilizzo reali: oggi, le stampe complesse bimateriali con solubili sono marginali.
Sulla S6, UltiMaker ha scelto di includere due Print Core AA+, abbandonando il BB. Sulla S8, la coppia AA+/CC+ offre un equilibrio ideale per iniziare direttamente con materiali tecnici, consentendo la combinazione di materiali standard con materiali rinforzati con materiali compositi.
Per il resto, l’hardware dell’S8 è identico a quello dell’S7: stesso cablaggio, stessi accessori, stessa calibrazione automatica, stesso filtro dell’aria integrato. Niente di nuovo da segnalare, il che è anzi una buona notizia.
Ciò che distingue davvero la S8 è la sua velocità. Il nuovo firmware ha permesso a UltiMaker di ottimizzare l’intera catena di produzione: gestione dell’accelerazione, traiettorie, velocità di spostamento e controllo del motore. Il risultato è molto concreto: durante il nostro test, un pezzo che impiegava poco più di 2 ore sulla S7 è stato stampato in soli 34 minuti sulla S8!
Questo vantaggio non deriva da una magia hardware. È una dimostrazione dell’efficacia dell’ottimizzazione firmware e software. Detto questo, non tutti i componenti trarranno beneficio da tale riduzione: i vantaggi dipendono dalla geometria, dal materiale e dalle impostazioni di stampa.
I pezzi più piccoli saranno quelli che trarranno meno beneficio da queste prestazioni, poiché il tempo di avvio della stampa è lo stesso della S7 e rimane piuttosto lungo. Un prezzo da pagare per una maggiore affidabilità, secondo UltiMaker.
Ma nei casi favorevoli, la S8 diventa una macchina di produzione molto più competitiva, soprattutto in un ambiente industriale.
Dal test della S7, sia Cura che Digital Factory sono stati sottoposti a manutenzione e aggiornati regolarmente. Cura può ora essere utilizzato nel cloud, direttamente da un browser, senza installare alcun software. Si tratta di un’evoluzione positiva in contesti multi-macchina o per ambienti didattici o aziendali. Si noti, tuttavia, che questo slicer online è riservato agli utenti paganti di Digital Factory.
Come tutte le stampanti del marchio, anche la UltiMaker S8 utilizza lo slicer Cura.
Durante i nostri test, abbiamo notato un funzionamento non ideale. Quando il file veniva suddiviso in sezioni per un filamento senza un colore predefinito (generico), la stampa si bloccava senza una spiegazione chiara sulla macchina o in Cura. Solo Digital Factory ha segnalato il problema, tramite un pop-up non proprio chiaro. Il problema era che la stampante si rifiutava di stampare con il pretesto che il materiale utilizzato per lo slicing e il materiale effettivo fossero diversi (quando in realtà era lo stesso materiale ma di un colore diverso o non specificato). Dopo aver segnalato il problema a UltiMaker, il comportamento è stato corretto nel giro di poche settimane. Un segnale incoraggiante: il feedback degli utenti viene preso in considerazione e gli aggiornamenti software sono rapidi.
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